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Alla scoperta dei grandi Musical (parte 1)



Verso la metà degli anni ’20, con l’avvento del sonoro, un nuovo genere assume il ruolo di primo piano nella produzione cinematografica di tutto il mondo. Si tratta del musical, che ancora oggi - seppur di meno rispetto agli anni passati - ha un ruolo importante nella nostra cultura.


Ma ripercorriamo brevemente la sua storia. Inizialmente il musical non era altro che l’accostamento di diversi numeri musicali senza una vera e propria logica narrativa ad accompagnarli; successivamente la rappresentazione della vita dietro le quinte di uno spettacolo sembrò una prospettiva più interessante e appetibile, come lo fu un altro sottogenere – il musical “operetta” – che ambientava le sue vicende in un mondo di fantasia. Delineatesi le caratteristiche fondamentali del musical, esso è mutato negli anni, proponendoci diversi temi – leggeri e non - e trasmettendo messaggi di vario genere, anche di un certo spessore, al pubblico.


Sarebbe impossibile riassumere una storia che dura da quasi cento anni in poche righe, dunque preferiremmo parlare di alcuni dei musical più belli mai creati, dando anche un’idea della varietà che caratterizza questo genere.


SINGIN’ IN THE RAIN - Rappresenta probabilmente l’emblema di questo genere. Citato numerose volte in diversi film, come “Arancia Meccanica” di Stanley Kubrick questo musical esce nelle sale nel 1952 e, ambientato nella Hollywood di fine anni ’20 dove stava nel frattempo avvenendo il passaggio dal cinema muto al sonoro, racconta di come questa grande novità possa aver cambiato e mutato la concezione di “intrattenimento” fino a quel momento dedita al muto. Tra canti e balli, coreografati da Gene Kelly e Stanley Donen che hanno anche diretto il film, si può godere con leggerezza delle splendide canzoni e dei meravigliosi balli che fanno da sfondo anche a una storia d’amore tra i due protagonisti, Gene Kelly e Debbie Reynolds.


IL VIDEO HAIR - Uscito nel 1979 e diretto da Milos Forman, scomparso nell’aprile di quest’anno, questo musical si discosta totalmente dal genere di Singin’ In The Rain; esso è un inno alla pace e alla libertà in un’America pervasa dall’odio, dove venivano chiamati alle armi e spiediti in Vietnam giovani soldati. Il protagonista delle vicende, infatti, è un giovane ragazzo di buona famiglia proveniente dall’Oklahoma e chiamato a combattere. Pochi giorni prima della partenza si trasferisce a New York dove avrà modo di conoscere un gruppo di Hippie -che gli faranno assaporare i veri valori della vita e la pura e semplice libertà- e una ragazza di cui si innamora. Tra notti di pura follia, canzoni spettacolari e voci meravigliose, Hair mette a confronto la bellezza e leggerezza dell’esistenza con la durezza e cattiveria della guerra.



ROCKY HORROR PICTURE SHOW - Da una situazione drammatica passiamo a un musical completamente fuori dagli schemi. RHPS esce nelle sale cinematografiche nel 1975, creando scalpore e sconcerto nel pubblico che comunque lo aveva comunque acclamato a gran voce. È un prodotto che si distacca completamente da qualsiasi film, sia per la sua trama completamente assurda, sia per la caratterizzazioni dei vari personaggi protagonisti presenti nell’opera. Due giovani fidanzati pronti al matrimonio dovranno, a seguito di un incidente, chiedere aiuto a dei loschi figuri all’interno di un castello lì vicino; si ritroveranno catapultati in una situazione surreale contornata da vivaci canzoni ed eccentrici personaggi che li accompagneranno per il resto della loro permanenza al castello.



Fine prima parte Benedetta Ferraro

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