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Anziani discriminati per età vivono 7 anni in meno, Sigg e Sigot: «Serve equità di accesso a cure»

A 20 anni dalla promulgazione dell'art. 25 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'UE, che riconosce "il diritto degli anziani a condurre una vita dignitosa e indipendente e a partecipare alla vita sociale e culturale" - la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (SIGG) e la Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (SIGOT) aderiscono alla campagna globale contro la discriminazione nei confronti degli anziani promossa dalla omologa Società Scientifica francese



A sinistra il prof. Alberto Pilotto, presidente Sigot, a destra il prof. Incalzi presidente Sigg


Con l'hashtag #OldLivesMatter "Le vite degli anziani contano", parte dal 14 settembre una campagna di sensibilizzazione per raccontare con tre video multilingue cosa significhi l'emarginazione per gli over-65


In termini tecnici si chiama ageismo e indica la discriminazione nei confronti di una persona in base alla sua età, in particolare verso gli anziani. Un fenomeno sempre più diffuso e comune che, a differenza di sessismo e razzismo, non è punito dalla legge. Secondo uno studio condotto a livello europeo, il 28% degli anziani ha riferito episodi di intolleranza addirittura più di coloro che subiscono atti di sessismo (22%) e razzismo (12%). In uno dei settori che riguarda gli aspetti principali della vita della persona anziana, ossia quello della sanità, il 30% degli over-60 ha dichiarato di essere trattato in modo ingiusto a causa dell'età.


"Rispetto al razzismo e al sessismo, l'ageismo è ancora relativamente tollerato perché, a differenza dei primi due fenomeni, è l'unica discriminazione non punita dalla legge e a volte gli anziani si considerano troppo vecchi per trarre beneficio dalle cure più avanzate perché ritengono sia normale essere malati a partire da una certa età", affermano Raffaele Antonelli Incalzi, presidente SIGG e Alberto Pilotto, presidente SIGOT.


Per questo, in occasione della celebrazione dei 20 anni della Carta Europea dei diritti fondamentali, la SIGG e la SIGOT, insieme a 42 organizzazioni di 29 Paesi, promuovono lo slogan "#OldLivesMatter" - "Le vite degli anziani contano" - lanciato dalla Campagna globale contro la discriminazione nei confronti delle persone anziane per sensibilizzare cittadini, il mondo sanitario, le istituzioni e i media.


L'ageismo in Europa è declinato in molte accezioni: esempi si registrano sin dall'accesso al pronto soccorso che ha rifiutato di accogliere gli anziani nel pieno dell’epidemia di Covid-19 adducendo ragioni varie tra cui la mancanza di posti disponibili, alle pubblicità per le creme antirughe che stigmatizzano l'invecchiamento, fino alla perpetua denigrazione degli anziani a causa della loro inabilità nell’uso delle nuove tecnologie. La parola "pensionato" cala come una mannaia e li fa sentire immediatamente respinti dalla società. Il culto della giovinezza si contrappone alla demonizzazione senza fine della vecchiaia.


La maggior parte delle persone non è conscia di contribuire alla diffusione di stereotipi nei confronti degli anziani che tuttavia li distrugge lentamente: uno studio ha dimostrato che le persone esposte a un comportamento negativo nei riguardi dell'invecchiamento vivono in media 7 anni e mezzo in meno rispetto alle altre.


“Questi dati fanno capire come nelle politiche della salute ci sia una profonda discriminazione nei riguardi dei più anziani – spiegano Pilotto e Antonelli Incalzi – Questo pregiudizio sull'età si è evidenziato anche durante l'emergenza Covid, quando la selezione dell'ordine di priorità delle cure intensive ha toccato anche fattori legati all'età, discriminando gli anziani".


La campagna informativa promossa dalla Società francese di geriatria, grazie a tre video disponibili in francese, inglese, italiano, spagnolo, portoghese, tedesco e russo “#OldLivesMatter” ideati da Jean-Paul Lilienfeld (regista de “La Journée de la Jupe” (2010) con Isabelle Adjani, che ha ricevuto il Cesar per il suo ruolo), racconta di 3 casi di razzismo ordinario e universale con un tono insolito. “Volevamo mostrare come la discriminazione nei riguardi delle persone anziane è una discriminazione così comune che non la vediamo più", dice Lilienfeld.


Nel 2050, le proiezioni stimano che le persone di età pari o superiore a 60 anni saranno due miliardi nel mondo. “La società sarà in grado di trarre vantaggio da questa popolazione che invecchia se invecchieremo tutti in buona salute. Ma per questo, dobbiamo eliminare i pregiudizi sull’età”, spiega il prof. Olivier Guérin, presidente della SFGG, la Società francese di Geriatria e Gerontologia.


Anche SIGG e SIGOT ringraziano calorosamente Jean-Paul Lilienfeld, autore e regista, cosi come tutti gli attori professionisti che hanno partecipato, a questi video. su base volontaria


A partecipare sono le Società Geriatriche e Gerontologiche di Algeria, Armenia, Belgio, Bielorussia, Bolivia, Olanda, Svizzera, Grecia, Finlandia, Malta, Thailandia, Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Ungheria, Brasile, Filippine, Cile, Islanda, Lituania, Russia, Serbia, Turchia, Senegal, Marocco, Tunisia, Repubblica Ceca e IAGG, IAGG Garn, EUGMS, Gerondif, Gérontopôle Sud, Gérontopôle Pays de Loire, Gérontopôle Bretagne, Ville Amie des Aînés, EICA European Interdisciplinary Council on Ageing, International Federation on Ageing, FIAPA, International Longevity Centre ILC France.


I link ai video



Di Daniel Della Seta

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