Come riporta l'agenzia Yonhap, la Corea del Nord ha oggi ultimato i lavori di smantellamento del sito adibito ai test nucleari, Punggye-ri. Ad assistere all'evento anche otto giornalisti sud coreani, partiti due giorni fa da Seul.
Un ulteriore passo avanti, dunque, verso la distensione con l'Occidente, sebbene i toni restino accesi negli scambi a distanza con Washington e lo storico summit, inizialmente previsto per il 12 giugno a Singapore, in cui si sarebbero dovuti incontrare Donald Trump e Kim Jong-Un, sia stato annullato dallo stesso presidente Usa tramite una nota rilasciata in giornata.
Elemento di ulteriore attrito sarebbero le recenti dichiarazioni, rilasciate per la televisione Fox News, del "vice president" Mike Pence, che profilava un destino simile a quello della Libia di Gheddafi, qualora la Nord Corea non continuasse con il processo di denuclearizzazione.
"Se gli Stati Uniti ci incontreranno in una sala riunioni o durante uno scontro nucleare, dipende interamente dalle decisioni e dai comportamenti della Casa Bianca", ha minacciato la viceministra degli Esteri, Choe Son-hui, che si dice "sorpresa per l'ignoranza e la stupidità dei commenti del vice presidente americano".
Parole al vetriolo che alimentano un clima di tensione, in cui l'unico elemento di disgelo resta il processo di smantellamento che, tra un insulto e una minaccia, sembra comunque proseguire secondo calendario.
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