Felice Spaccavento, anestesista e rianimatore, coordinatore clinico delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale di Bari
Spaccavento lei è stato in sala di rianimazione nei momenti più drammatici della pandemia. Ha visto da vicino tante persone soffrire e morire di Covid. Che cosa pensa dello spazio che, dopo oltre un anno e mezzo di pandemia e centotrentamila morti, viene riservato in tv a fantomatici rappresentanti di altrettanto fantomatici fronti no vax e no green pass? E’ libertà di informazione o voglia di audience, costi quel che costi?
Io credo che bisogna far parlare la scienza, i dati scientifici, gli studi e le esperienze di chi ha lavorato sul campo e di chi è impegnato nella ricerca. La scienza ci dice che il Covid 19 si può sconfiggere solo con la vaccinazione e la prevenzione. Non abbiamo attualmente una cura specifica. Ci sono cure sintomatiche, che molto spesso non sono efficaci, non evitano i ricoveri nelle terapie intensive e non salvano la vita. Noi dobbiamo affidarci a chi realmente sta salvando vite umane. Tutto il resto è audience. Una deprecabile e inaccettabile guerra non per la vita, ma per l’audience.
Personalmente le dà fastidio vedere alcuni personaggi, chiamati in tv solo perché no vax?
Per molto tempo ho cercato di contrastare questa guerra fra guelfi e ghibellini, scatenata sulla pelle della sofferenza e della paura di morire. Ora penso che sia importante parlare con la gente e raccontare le proprie esperienze. Ho vissuto nelle sale di rianimazione, sono entrato nelle case dei malati di Covid, ho visto e ascoltato le loro paure, l’angoscia di non farcela per i figli o quella dei figli per i propri genitori. Io stesso mi sono ammalato di Covid e mi sono preoccupato per la mia famiglia. Penso che, a far parlare tutti in maniera indistinta, si crea soltanto tanta confusione. Capisco che i dibattiti sono ormai l’anima della televisione, ma far parlare chiunque sia tifoso del no e non far parlare la scienza, che invece dovrebbe essere la voce predominante, è un grave e pericolosissimo errore strategico.
Ed emotivamente, suppongo, anche un colpo al cuore per chi ha visto le persone morire davanti ai propri occhi...
La fine di chi non ce l’ha fatta mi è rimasta dentro come una cicatrice indelebile. Ho visto anche tanti miei colleghi distrutti. Tanti di loro, che hanno lavorato per mesi interi continuativamente in rianimazione, hanno avuto un tracollo psichico. Il Covid non distrugge solo il fisico, ma anche la mente e l’anima. Vedere tanta gente morire fa molto male
Molti medici e molti infermieri hanno pagato con la vita la loro battaglia contro il Covid…
Si sono sacrificati, nel tentativo di salvare vite umane, a costo di rimetterci la propria. Non dobbiamo dimenticare i medici e gli infermieri, che hanno cercato di mantenere una diga fra la vita e la morte, nell’attesa dell’arrivo del vaccino. Dare corpo e voce a chi al vaccino non crede è una mancanza di rispetto e un oltraggio per tutti i morti di Covid. A partire da chi è stato costretto a fronteggiare un virus terribile, in assenza di un vaccino.
di Antonello Sette
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