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Floyd: la protesta dilaga negli Usa, Trump punta il dito contro gli Antifa "terroristi"


Sono ormai oltre 30 le città coinvolte negli Stati Uniti e la rivolta non accenna a placarsi. Più di 1.600 le persone arrestate e centinaia i feriti dall'inizio delle manifestazioni. Il coprifuoco è stato esteso in 25 città di 16 Stati. Il bilancio più grave si registra a Indianapolis, dove si contano almeno due morti nelle sparatorie avvenute tra sabato e domenica. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump punta il dito prima contro il movimento Antifa, accusandolo di "terrorismo", poi contro i "noiosi e vecchi" media che "fanno di tutto per fomentare l'odio e l'anarchia". Nel quinto giorno di proteste, la tensione tra le forze dell'ordine e i manifestanti cresce in tutto il Paese e lo scontro si fa più violento. A Minneapolis gli agenti caricano i manifestanti lanciando lacrimogeni e granate stordenti. A New York City un Suv della polizia si butta sulla folla travolgendo una barricata. Il video, di 27 secondi, fa il giro del mondo suscitando polemiche e spaccando il fronte dei democratici tra il più indulgente sindaco di New York Bill de Blasio e la deputata Alexandria Ocasio-Cortez che ha condannato fermamente l'azione. A Jacksonville, in Florida, un poliziotto viene pugnalato al collo mentre altri restano feriti dal lancio di pietre e mattoni. La tensione sale anche contro i giornalisti. Un cronista dell'Huffington Post, Chris Mathias, è stato preso in custodia dalla polizia e poi rilasciato, come già avvenuto per l'inviato della Cnn. "Gli Stati Uniti d'America designeranno Antifa come organizzazione terroristica", ha scritto su Twitter il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, accusando il movimento di matrice antirazzista e anticapitalista che si contrappone ai suprematisti bianchi. Il governatore del Minnesota Tim Walz punta invece il dito contro "gruppi esterni" ben coordinati e venuti da fuori per mettere a ferro e fuoco Minneapolis. Walz ha portato come prova il "sofisticato" cyber attacco contro i computer statali avvenuto prima che le forze dell'ordine entrassero in azione per reprimere le proteste. Mentre i volontari ripuliscono le città e raccolgono i cocci delle vetrine infrante, una folla si è radunata a Minneapolis nell'angolo in cui è stato ucciso George Floyd per deporre una corona di fiori. Le proteste, hanno spiegato, non si placheranno finché non sarà fatta giustizia. I manifestanti chiedono l'arresto e l'incriminazione degli altri tre agenti che oltre a Derek Chauvin, hanno preso parte all'arresto dell'afroamericano e che compaiono riversi sul suo corpo in un video diffuso da Cnn. Il legale della famiglia Floyd, Ben Crump, ha chiesto di aggravare l'accusa a carico di Chauvin, incriminato per omicidio di terzo grado e omicidio colposo di secondo grado. "E' stato premeditato", ha spiegato Crump alla Cbs e i video e gli audio a disposizione degli inquirenti "lo dimostrano", "si tratta di omicidio di primo grado". A chiedere giustizia è anche il fratello di Floyd, Philonise, che ha definito il colloquio avuto con Trump "veloce", "non mi ha dato nemmeno l'opportunità di parlare", ha detto alla Msnbc, riferendo che il presidente non aveva voglia di ascoltarlo. Oltre a negozi e caserme, i manifestanti hanno preso di mira anche i monumenti confederati, simbolo dello schiavismo degli stati del Sud. Numerose statue sono state imbrattate e vandalizzate. La protesta è arrivata anche oltreoceano in Germania, a Berlino, e nel Regno Unito. Nonostante il divieto di assembramento per la pandemia di Covid-19, a Londra centinaia di persone, partite da Trafalgar Square hanno sfilato in corteo al grido di "Black Lives Matter".

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