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Ha donato sangue per oltre 60 anni: va in pensione "The Man with the Golden Arm"

L'undici maggio resterà, in Australia, una data da ricordare. Per l'ultima volta, infatti, dopo oltre sessant'anni di onorata "carriera", James Christopher Harrison ha donato una sacca contenente il suo sangue.


Una storia già di per sé non ordinaria, ma che assume contorni che hanno dell'incredibile.

Tutto ha inizio circa sessanta anni fa, quando James, allora quattordicenne, subisce un delicato intervento di asportazione del polmone e solo grazie a numerose trasfusioni riesce a sopravvivere. Da quel giorno si impegna a ricambiare il favore e, nonostante un'iniziale fobia per gli aghi, raggiunta la maggiore età, diventa un donatore.

Fino a qui nulla di strano, se non che, dopo circa dieci anni dalla sua prima donazione, i medici scoprono nel suo sangue qualcosa di miracoloso.

Forse a causa delle trasfusioni subite da giovane, James possiede un rarissimo anticorpo, utile a creare iniezioni Anti-D, fondamentali per salvare la vita di moltissimi neonati.

Questo particolare anticorpo è infatti la chiave per curare l'eritroblastosi fetale, condizione che si verifica quando il sangue di un feto Rh positivo si mescola a quello Rh negativo della madre, causando una reazione dell'organismo, che produce anticorpi che vanno ad attaccare i globuli rossi del neonato, con conseguenze che oscillano dai gravi danni cerebrali alla morte.

Una condizione, quella di James, più unica che rara, visto che sarebbero circa in 50 gli australiani con questa particolare caratteristica e che, secondo le stime dell' Australian Red Cross Blood Service, avrebbe contribuito a salvare circa 2,4 milioni di bambini.


A 81 anni James ha ripetuto per l'ultima volta quel semplice, miracoloso gesto, fermato solamente dal limite d'età imposto dalla legge per questo genere di operazioni.

Grazie alla sua costante opera di solidarietà, "l'uomo dal braccio d'oro" è stato insignito di numerosi riconoscimenti, primo fra tutti la prestigiosa medaglia dell'Ordine dell'Australia.

A quanti gli chiedono come ci si sente ad essere un miracolo vivente, James risponde "È qualcosa che posso fare, è uno dei miei talenti, probabilmente l'unico".


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