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Higuain al Milan: «Ho la pelle d'oca, porterò la squadra in alto»



Un attaccante tradizionale, il più prolifico della Serie A negli ultimi 5 anni, e un difensore moderno, che nel tempo libero preferisce i libri alla Playstation. Il doppio ingaggio di Gonzalo Higuain e Mattia Caldara segna la prima svolta del nuovo Milan targato Elliott. «Ci porta in una dimensione importante», sintetizza Leonardo, senza sbilanciarsi sugli obiettivi né pronunciando mai la parola Champions.


Il Milan non aveva una stella in attacco dal 2013/14, i tempi del ritorno di Kakà, o ancor meglio due anni prima, quando tutto girava attorno a Ibrahimovic. Ora il faro è Higuain, con status di "star" certificato da Paolo Scaroni e dal bagno di folla in Duomo, con un migliaio di tifosi ad applaudire lui e Caldara. «In Italia negli ultimi 5 anni Higuain ha segnato più di tutti», ha notato il presidente rossonero, interrotto dalla precisazione del numero 9, al suo fianco in conferenza stampa a Casa Milan: «Centoundici gol in 177 partite». Gli ultimi quaranta li ha realizzati con la Juventus, che l'ha messo sul mercato dopo il maxi investimento su Cristiano Ronaldo. «Nessun rimpianto, con Ronaldo ho già giocato», ha sorriso l'argentino, che ha sorvolato sul passato recente, incluso il flop mondiale dell'Argentina, senza levarsi sassolini dalle scarpe, come con la battuta: «Allegri? Abbiamo avuto le nostre divergenze, ma non è stato quello a portarmi qua». Del presente è "entusiasta". «L'unico che mi voleva al Chelsea era Sarri, al Milan mi hanno voluto tutti», ha raccontato l'ex di River Plate, Real Madrid, Napoli e Juventus, 31 anni a dicembre.


Inizialmente scettico sulla formula del prestito oneroso (18 milioni di euro) con diritto di riscatto (a 36 milioni), è stato convinto da Rino Gattuso e Leonardo. «Milan es top», ha scritto in spagnolo nel sms al direttore tecnico dopo la prima mattinata a Milanello. E ha detto: «Un posto speciale, fa venire la pelle d'oca. Ho fiducia nell'allenatore e nella squadra, si possono fare grandi cose. Per questo sono qua. Ho già indossato maglie pesanti, in squadre che lottavano per vincere. Ora la sfida è riportare il Milan in alto».

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