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Il concerto per i 100 anni di Fellini, due bis e una standing ovation al Maestro Vince Tempera


Il Maestro Vince Tempera è salito lunedì 20 gennaio sul palco del Teatro Galli di Rimini per festeggiare i 100 anni dalla nascita di Federico Fellini per un concerto spettacolo dal titolo “Buon compleanno Federico”. 2 orchestre e 45 elementi: la Simphonitaly e l’Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento, diretta da Eliseo Castrignanò.

Il compositore ha diretto, raccontato e suonato le colonne sonore dei film più celebri del regista riminese e le musiche di Nino Rota. Racconta a Spraynews tutti i dettagli di uno spettacolo ternato con due bis e la standing ovattino del pubblico.



Come è andato il concerto al Teatro Galli per celebrare i 100 anni di Fellini?

«E’ andato molto bene il concerto, un sold out inaspettato perchè il comune di rimini è sempre un po pessimista su queste cose, non credevo che facessimo i tutto esaurito con code di attesa fuori dal teatro di un’ora per entrare al concerto».


Perchè dice che il comune di Rimini è titubante, in definitiva si tratta della città di Fellini.

«E’ la città di Fellini, ma nessuno è profeta in patria. Neanche Firenze ha dato i natali a Dante e adesso rivuole la tomba, ma quella rimane a Ravenna. Nessuno la rende indietro a Firenze, ci dovevano pensare tre secoli fa. Stessa cosa per Federico Fellini, è vero che è stato omaggiato adesso, ma le uniche cose che fanno riferimento a Fellini a Rimini sono pizzerie o ristoranti o gelaterie. La gelateria “Dolce Vita”, la “Pizzeria Fellini”. Si rende conto? Non è che si sono inventati la scuola di cinema Federico Fellini che era di certo più interessante o qualcosa, non c’è neppure un festival del cinema a lui intitolato durante l’estate. sarebbe stato il minimo che avrebbero potuto fare, ma la cultura è come la voglia, passa in fretta».


La musica invece?

«La musica è quello che resta sempre, i grandi concerti con le orchestre sinfoniche. Quindi questo concerto è stato voluto proprio per ricordare Federico Fellini e i suoi film. Oltretutto proprio i suoi film furono musicati da Nino Rota. Lui e Fellini lavoravano in simbiosi praticamente, uno scriveva la sceneggiatura e l’altro scriveva la musica. Diciamo che abbiamo riletto le musiche dei film più importanti: “La strada”, “Otto e mezzo”, la “Dolce Vita” e anche “Casanova” e un’altra colonna sonora stupenda come “Amarcord” dove c’è proprio Rimini. Io personalmente amo molto anche”I vitelloni” che sono una sorta di “Amici miei” di 40 anni prima».


Colonne sonore che sono anche un biglietto da visita nel mondo, è d’accordo?

«Sicuramente sì. Fellini ha vinto 4 Oscar come film e 1 Oscar alla carriera ed 1 Oscar per i costumi. Poi a Cannes vinse proprio 70 anni fa la Palma d’Oro con la “Dolce Vita”, e poi ancora il David di Donatello, la Mostra di Venezia. Ha vinto poi il Leone d’Argento, non quello d’oro sottolineo, sempre per lo stesso concetto del profeta in patria che le ho detto prima. 5 Oscar non li ha vinti nessuno, nemmeno uno dei registi americani, questo significa che siamo all’eccellenza assoluta, al genio riconosciuto. Abbiamo due brand mondiali, la Ferrari e Fellini e tutti e due provengono dall’Emilia Romagna».


Secondo lei quale tipo di riconoscimento sarebbe stato adatto a festeggiare degnamente i 100 anni di Fellini?

«Intanto poteva essere istituito un centro studi per il cinema nella città di Rimini che ha avuto i maggiori finanziamenti dalla Regione. Poi un festival del cinema a lui intitolato sempre nella città romagnola per promuovere gli autori giovani con idee innovative e non quelli con i grandi produttori alle spalle che hanno già i soldi per i film. Largo ai giovani direi, come sostiene Franceschini, il videoclip sta diventando una forma aurorale di grande spessore. Primi in classifica nei film più visti questa settimana c’è il film di due ragazzi giovani con un’idea nata dai social. Credo che possa portare una nuova visione di come si diventa artisti. Infatti è campione di incassi. Ovvio che fa male alle grande distribuzioni, ma sta nascendo una nuova gioventù con i propri progetti e prodotti».



Tornando al concerto, come lo ha pensato?

«Ho rivisto i vecchi arrangiamenti delle colonne sonore perchè non ho voluto utilizzare le nuove partiture scritte dalle grandi orchestre sinfoniche. Sono voluto tornare alle origini, alle atmosfere iniziali di Rota, all’Italia degli anni ’50. Come se avessi dipinto un quadro a quei tempi e mostrarlo ai giorni nostri, ma esattamente per come era. Ho cercato di trasmettere il sapore e l’emozione di quei film e l’anima con la quale erano stati scritti e musicati».


Ed è riuscito nell’intento?

«Si! La gente ha capito, la musica arriva subito ed è stata la musica che piaceva a Fellini: mista di jazz, swing, di classico di tanti generi, ma emozionanti ed emozionali. E’ stata una sorpresa per tutti, comune di Rimini incluso. Un successo inaspettato. Tra l’altro io tra un pezzo e l’altro racconto il mio punto di vista sulle musiche con qualche riferimento alle idee di Rota e Fellini, faccio in pratica un pò di lezione di musica. Il pubblico ha gradito moltissimo il format informativo. Alla fine hanno chiesto due volte il bis e hanno regalato una standing ovation».


Lei che è un Maestro di musica e che è stato la bacchetta dell’orchestra sanremese per tante edizioni che cosa ne pensa delle polemiche sul prossimo Sanremo e sugli artisti che sono stati invitati alla competizione canora più importante per l’Italia?

«Mi sembra di ripercorrere la vicenda del ’62 quando scoppiò il caso dei Beatles. Tutta la stampa, che non capiva quella musica, scrisse contro questo gruppo emergente che poi ha fatto la storia. Le vecchie generazioni non parlano il linguaggio dei giovani che di certo non guardano Sanremo perchè non vogliono le imposizioni governative su quale musica ascoltare o quale artista, i giovani vedono la Rai come un governo e non la vogliono più. Sono diventati “sardine” anche in questo. Quindi succede che invitano un rapper che ha un linguaggio contro le donne. E se avessero invitato una ragazza che usava lo stesso linguaggio verso gli uomini cosa avrebbero detto i media? Non voglio prendere le difese di nessuno, sia chiero, ma proviamo a ribaltare i discorsi. Inoltre la realtà è questa, i ragazzi parlano con questo linguaggio, vanno educati, ma si rapportano in modo diverso, sopratutto i giovani in età adolescenziale parlano con ribellione verso la famiglia e verso l’adulto in generale. Poi crescendo e prendendo le prime sberle che la vita ti riserva, aggiusti il pensiero. Ma parlando invece del successo di questo rapper mi viene da dire che sentiremo parlare di lui al massimo per un mese perchè non ci sono proprio le basi dell’artista, la domanda è: ma chi investe in un personaggio come questo? Ne vale la pena? Io ho prodotto Loredana Bertè con il pezzo “Sei Bellissima”, ancora oggi quando in una trasmissione come “Amici” duetta con i giovani, Loredana che ha quasi 70 anni ammazza tutti i concorrenti giovani. Quindi la verità è che artista lo devi essere davvero. Il problema vero di Amadeus è che metterà insieme Rita Pavone e Cally, due palcoscenici incomunicabili tra loro, chi vede uno non può vedere l’altro.».



di Camilla Taviti

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