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Il dj Max Mantovani racconta la sua musica: dal Billionaire di Briatore alla cabina con Tina Turner



Max Mantovani è uno degli storici dj che facevano ballare migliaia di persone a sera nei mitici locali degli anni Ottanta. La sua carriera non si è però fermata all’Italia e Mantovani si è affermato a livello internazionale grazie ai suoi trent’anni di lavoro a Montecarlo, che gli hanno poi permesso di proporre lo “stile Monaco” in tutto il mondo, grazie a un’instancabile attività professionale. Mantovani ha lavorato e lavora come dj, dj producer, direttore di locali prestigiosi, ha gestito gli aspetti musicali di eventi di moda, programmi tv, e porta avanti da anni la sua attività di dj per eventi e feste private di tantissimi vip e celebrità a livello internazionale. In questa intervista a Spraynews ci racconta come è cominciato tutto, come è diventato il professionista che è, portandoci nella Rimini degli anni Ottanta e nei più prestigiosi club di Monaco e di tutto il mondo.


Max Mantovani quali sono le tappe essenziali del suo percorso professionale come dj?


Ho cominciato a fare il dj a 17 anni per sbaglio.

Tutti gli anni con la famiglia andavamo a Rimini in estate e lì c’era un mio amico carissimo, con cui eravamo legati dall’età di 6 anni, che quando io avevo 17 anni e lui 18 ha iniziato a dirmi che la sera non poteva più uscire perché aveva iniziato a fare il dj. È stato con lui che ho cominciato. Tutte le sere dei venti giorni di quella vacanza le ho passate in discoteca con lui, è stato lì che ho cominciato a toccare i dischi, iniziando col mettere i lenti ogni volta che il mio amico si prendeva una pausa. Prima di andare via da Rimini feci una scommessa con lui, gli dissi che tempo un anno avrei fatto anche io il dj. Una volta tornato a Varese, dove abitavo, la prima cosa che ho fatto è stata iniziare con la radio e in pochi mesi avevo già scalato le due o tre radio più importanti di Varese, diventando uno dei dj più affermati a livello radiofonico.




Ha iniziato da subito anche a suonare in discoteca?


Avevo iniziato a suonare anche in qualche locale a tempo perso e l’anno dopo, quando sono tornato a Rimini, avevo già le capacità di un dj che lavorava tutte le sere. Combinazione lei mi sta chiamando oggi e pochi giorni fa è morto Zanza. Quando avevo diciotto anni il mio amico era il dj ufficiale al Blow Up di Rimini e Zanza lavorava tutte le sere con noi. Da lì mi sono affermato e ho iniziato a suonare in tutte le discoteche più importanti che c’erano: ho fatto lo Sporting Club di Campione d’Italia per tre anni nel suo periodo d’oro, il Morandi di Lugano, il Mirage di Arona. In quel periodo ho curato musicalmente “Milano Vende Moda” assieme a Roberto Cavalli e Dolce & Gabbana, e lì ho stretto amicizia con tante top model importanti come Claudia Schiffer, Carla Bruni, Naomi Campbell e tante altre. Nel frattempo continuavo a giocare a pallacanestro nel Varese Basket.


Trovava anche il tempo per il basket?


Era un’attività che avevo iniziato sin da piccolo e dovevo andare a giocare in serie A. Purtroppo a 19 anni ho avuto un incidente con la moto che ha condizionato la mia carriera, ho giocato lo stesso in serie minori, ed è stato in quel momento che mi sono focalizzato totalmente sulla mia attività di dj. Ho cominciato a girare dappertutto, lavoravo allo Sporting, al Morandi, la domenica pomeriggio la facevo al Mirage di Arona dove venivano 2500 persone, per poi ripartire e suonare la sera al Nautilus di Gallarate dove ne arrivavano altre 3mila. Finché nel 1985 avendo una radio anche a Como ho iniziato a frequentare anche lì la discoteca più in del momento, il Diva Club. Mi ricorderò sempre che la prima volta che sono entrato c’erano 20 persone e i proprietari mi spiegarono che il loro era un club privato. Gli chiesi di fare una prova e dopo un mese avevamo la coda all’ingresso. Quella è stata un’esperienza importante. Abbiamo fatto tante cose, per esempio da me veniva Alba Parietti a cantare, facevamo delle trasmissioni in diretta con Espansione tv in cui ospitavo artisti miei amici come Imagination, abbiamo organizzato il primo concerto di Luca Carboni allo stadio di Como, venivano cantanti del calibro di Claudio Baglioni e tanti altri.


Come ha iniziato a lavorare a Montecarlo?


Io sono molto amico di Alberto Tomba da quando avevamo vent’anni tutti e due. A un incontro di golf a Villa D’Este, dove poi avrei fatto una serata, eravamo io e lui insieme al Principe Alberto di Monaco. Fu in quella occasione che nacque il mio legame di amicizia col Principe, e fu lui a suggerirmi di venire a suonare a Montecarlo. Io all’epoca tra radio e discoteche in tutta Italia ero molto impegnato, ma nel 1986 capitai a Monaco per una vacanza. C’erano Cristian De Sica e Massimo Boldi che giravano Gran Casinò e mi invitarono una sera al Jimmy’z. Mi ricordo che c’era una musica molto lontana da quella a cui ero abituato io in Italia, più vicina al mondo francese. Ebbi la possibilità di suonare per una mezz’ora e il direttore del Jimmy’z dell’epoca mi propose di lavorare lì. La prima serata fu nell’agosto di quell’anno e da lì in poi non mi sono più mosso, ho fatto il dj del Jimmy’z per 17 anni. Oltre al Jimmy’z una società che gestiva i casinò e i tre alberghi più importanti di Montecarlo, in cui Albert era il principale azionista, mi chiese di prendere la direzione di un’altra discoteca che si chiamava Parady’z. Dal 1998 ho avuto l’idea di portare il Crazy Horse da Parigi e quindi ho fatto anche il direttore del Crazy Horse di Montecarlo.


Come è arrivato a esportare lo “stile Montecarlo” nel mondo?


Ho fatto il dj al Jimmy’z fino al 2001 continuando a dirigere il locale fino al 2004. Un passaggio importante è stato creare le feste di Fashion tv insieme a Michel Adam. È un format che abbiamo sviluppato a Montecarlo, ma gradualmente l’ho esteso sia in tv che in tutto il mondo spostandomi a suonare come dj per feste ed eventi privati.

Ho suggerito l’idea a Briatore di realizzare il Billionaire qui durante il Gran Premio e abbiamo portato avanti l’iniziativa dal 2007 per sette anni, e nel 2010 e 2011 ho fatto il direttore del Billionaire a Porto Cervo. Ho avuto la possibilità di confrontarmi con tanti amici che venivano a sentirmi come per esempio David Guetta con sua moglie Cathy. È stato un periodo grandioso.

Per quanto riguarda lo “stile Montecarlo”, io tengo a propormi come dj di Montecarlo e a specificare che nei miei eventi porto un’esperienza consolidata all’interno dei locali più importanti di questa città. Tante volte si sentono persone che si presentano come dj cresciuti in piazze importanti come per esempio Miami, quando magari hanno suonato due volte a Miami 8 anni prima. Io sono a Montecarlo da 31 anni e, senza fare alcuna prosopopea, ci tengo a specificare che ho un’esperienza solida in questa città, che ha messo radici nel tempo.


Per la sua attività di Dj alle feste private delle celebrità la chiamano “il dj delle stelle”, qual è il ricordo più bello legato a questi eventi?


Nel corso della mia carriera ho avuto la possibilità di conoscere molte celebrità. Ho dei ricordi bellissimi di Tina Turner che veniva in cabina con me, come anche lo stesso Prince, ho conosciuto bene Claudia Schiffer, lavorando a Monaco ho avuto la possibilità di conoscere i reali e i principi di tutto il mondo. Vorrei specificare una cosa però, adesso tante persone si fanno i selfie con le celebrità e magari dicono di averle conosciute, mentre le mie sono relazioni consolidate nel tempo. Sono amico di Jean-Claude Van Damme da 27 anni, conoscevo bene Ayrton Senna, Michael Schumacher è un mio amico e con Michael Jordan condividiamo la passione per le moto. Però vede non direi di avere ricordi legati a “stelle” quanto di aver stretto bei legami con belle persone. Il mio piacere e la mia gioia più grande stanno nel fare bene il mio mestiere. È facile vedere dei ragazzi scatenati in discoteca ma quando hai un parterre di persone che arrivano con smoking, abiti da sera, e sono miliardari che rappresentano delle fortune ma dopo venti minuti si tolgono cravatta e papillon e ballano sui cubi, quello vuol dire che sai fare bene il tuo lavoro, anche a quei livelli.



Quali sono i suoi progetti per il futuro?


Nel mio futuro ci ho sempre visto e continuo a vederci musica di qualità. Ho una società mia di eventi che ho fatto anche con i consigli di Albert che si chiama Max Mantovani Monaco Production (www.maxmantovanimonacoproduction.mc), con la quale organizzo qualsiasi tipo di evento o qui a Monaco o in giro per il mondo, gestisco il management di artisti e continuo a propormi come dj continuando a insistere sul fatto che quando la gente trova il mio logo “Mix by Max”, può star certa che al centro di quei lavori c’è la musica e la sua produzione al massimo della qualità, e che quando mi propongo come dj rappresentante di Montecarlo dietro ci sono decenni di esperienza professionale in questa città. Per quanto riguarda i miei progetti più imminenti suono il 18 e 19 ottobre ad Abu Dhabi in occasione del Gran Premio, mentre a novembre sarò a Dubai per una serata con la fondazione del Principe Alberto. Ho fatto tante altre cose nel corso della mia carriera oltre alla tv, gli eventi e la discoteca. Faccio il dj Producer, ho cantato, ho inciso un disco che si chiama “Time Life”, e varie compilation, tutto perché alla fine per me l’essenziale resta una cosa sola: suonare e far divertire la gente.


Di Giacomo Meingati

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