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Immigrazione: Germania più vicina all'Italia, ma la Merkel rischia la crisi di governo


Nell'ultima settimana, se i rapporti Italia-Francia hanno pericolosamente, e clamorosamente, scricchiolato sul tema bollente dell' immigrazione, e continuano a scricchiolare, malgrado i sorrisi e le strette di mano tra Conte e Macron - dalla Germania è giunto più di un attestato di comprensione e di solidarietà nei confronti dello sforzo sovrumano che il "belpaese" sostiene da troppo tempo per gestire l'onda d'urto che ci piomba addosso dall'Africa. "Gli italiani non vanno lasciati soli", ha finalmente esortato "Frau Angela", condannando l'egoismo di molti partners europei (ma come mai, fino adesso, non se ne era accorta?). Il suo ministro degli Esteri, il socialdemocratico Heiko Maas, si è addirittura esibito in una sorprendente autocritica, ammettendo senza esitazioni che "la Germania ha commesso molti errori con l' Italia" e promettendo di fare ammenda. 


Ma il responsabile degli Interni Horst Seehofer (leader della CSU bavarese, storica e imprescindibile alleata della CDU) si è spinto molto più in là, entrando in rotta di collisione con la Cancelliera, che paga ancora la sua precedente scriteriata "politica delle porte aperte", sonoramente punita dai tedeschi nel voto-choc di febbraio. Una linea dura, quella abbracciata dal padrone e signore (per 10 anni) della Baviera, molto simile a quella predicata, e attuata, da Matteo Salvini per le nostre coste, ma ad esclusivo uso e consumo della Germania. Rinforzare i confini meridionali, che coincidono appunto con la regione bavarese, e respingere sia i profughi sbarcati e registrati in altri stati UE e intenzionati a entrare e restare sul suolo tedesco (a noi ne verrebbero rispediti 64 mila!), sia quelli in transito verso altri lidi europei - Svezia e Danimarca, ad esempio, notoriamente più  "soft", per acquisire più a nord lo "status" di rifugiati politici con annessa concessione dell'asilo. Il piano a "tolleranza zero" del falco Seehofer, sospinto anche dal prossimo appuntamento elettorale d' autunno in Baviera, in cui l' estrema destra di AFD è in forte ascesa, è stato sdegnosamente bocciato dalla Merkel, che insiste nella disperata ricerca di una comune strategia europea in vista del decisivo vertice di fine mese. Uno scontro frontale, e senza precedenti, tra le due tradizionali componenti cristiano-democratiche. Una frattura netta, che potrebbe persino trascinare Berlino alla crisi di governo, visto che la CSU ha intimato la retromarcia all' indebolita Cancelliera. Un ultimatum in piena regola. O "Frau Angela" cederà (tra oggi e domani), o i bavaresi prenderanno la loro strada, lasciandola in mezzo al guado, con conseguenze gravissime per la Germania e l' Europa: quasi un ferale annuncio di sgretolamento dell'Unione. In questo infuocato contesto vola stasera a Berlino il premier Giuseppe Conte. Un faccia a faccia di fondamentale rilevanza. Fino a che punto la Merkel in ambasce è disposta ad appoggiare il fermo "sos" italiano?


di Giovanni Masotti

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