Nel tentativo di esercitare la professione, molti giornalisti si sono certamente imbattuti in siti le cui policy prevedono pagamenti in base alle visualizzazioni ottenute dai singoli articoli.
Si tratta di una pratica che attira molti, ma che spesso produce risultati tutt’altro che in linea con le attese e le speranze. È proprio dalla mail che uno di loro (cioè uno di noi) ha inviato al presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, Alessandro Galimberti, che è nata quella che può essere vista come una mezza rivoluzione sul tema.
Ne abbiamo parlato proprio con #AlessandroGalimberti, che ha affrontato l’argomento con i titolari di #BlastingNews, uno dei più grandi e famosi siti di retribuzione in base alle visite.
Presidente Galimberti, da cosa nasce questa sua “crociata”?
È sempre stato un mio punto fermo, ma purtroppo nella nostra professione non è previsto l’equo compenso, la retribuzione minima per i giornalisti indipendenti. Succede che pochi mesi fa ricevo la mail di un collega. Aveva cominciato a scrivere per Blasting News e, a fronte di 10 articoli firmati, per i quali gli era stata inizialmente prospettata una paga massima di millecinquecento euro, ne riceve in totale 1,59. Così ho contattato i vertici del sito e gli ho chiesto se per loro fosse tutto normale. Anche perché si tratta di un sistema di pagamento che spesso finisce per premiare chi sa inventare bufale che diventano virali.
Il problema però pare sia a monte, cioè nella deregulation del giornalismo digitale.
Proprio così. Nel digitale c’è totale mancanza di regole. Ciò si traduce in mancanza di ricavi per i giornalisti e, di conseguenza, l’innesco di un processo di distruzione del giornalismo stesso.
A ciò può aggiungersi una platea giornalistica in costante aumento.
In circa tre anni e mezzo da presidente, ho contato circa millecinquecento pratiche di iscrizione all’Albo. È un quadro devastante del mercato del lavoro giornalistico. Contratti non più applicati, senza un senso del limite minimo di retribuzione.
Come ha agito con Blasting News e che tipo di risultati concreti ha ottenuto?
Non ho detto loro cosa dovevano fare. Piuttosto, cosa non potevano fare. E tra quello che non potevano fare c’è senz’altro andare contro le regole deontologiche. Il prezzo di un articolo va fissato ex ante, e col presidente nazionale Carlo Verna avevamo lavorato anche per individuare queste cifre. Un giornalista deve essere retribuito come viene retribuito un medico o un avvocato: per la sua prestazione, offerta naturalmente seguendo i canoni della professionalità. Ma è solo oltre una cifra di base che si può applicare una quota variabile, ma che sia accessoria e complementare.
Che reazione ha ottenuto?
Devo dire che da Blasting News hanno riconosciuto a sé stessi responsabilità di editore, e hanno deciso di introdurre una sezione dedicata ai giornalisti e alla pubblicazione di articoli di approfondimento e di inchiesta retribuiti in maniera dignitosa. Come hanno comunicato proprio dalla società, Blasting News 4 Journalism (BN4J), questo il nome della sezione, verrà presentato nel dettaglio entro breve.
Una svolta che può indicare proprio il portale come elemento rivoluzionario nel panorama editoriale digitale.
Certamente. Sono soddisfatto, anche se questo non è il punto di approdo. Bisognerebbe arrivare all’introduzione dell’equo compenso. Tuttavia, questo è un passo importante, un gradino per allontanarci da una situazione oggettivamente insostenibile per il mondo del giornalismo.
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