L’AC Milan per un anno fuori dalle coppe europee. No, non si tratta di un titolo riferito ad un fallimento dell’obiettivo stagionale da parte dei rossoneri, bensì della sentenza definitiva di Nyon in merito al mancato rispetto delle regole del fair-play finanziario. Già negli scorsi giorni avevamo dato conto della possibile esclusione, azzardando che fosse difficile giungere "a dama" con gli obblighi imposti dal fair-play finanziario. Il fulmine, giunto non proprio “a ciel sereno”, dato che la notizia era nell’aria da giorni, giunge in piena tempesta societaria, con l’allontanamento da parte di Rocco Commisso dal tavolo delle trattative per incongruenze con l’attuale proprietario del club di via Aldo Rossi Yonghong Li, differentemente da quanto riportato sulle nostre colonne ieri, dove il passaggio di mano al proprietario dei New York Cosmos sembrava cosa fatta.
Ripercorriamo le tappe che hanno portato a tale sentenza, che ha valenza storica perché per la prima volta colpisce un club italiano qualificato nelle coppe continentali.
Il Milan è stato “osservato speciale” per più di un anno da parte dell’Uefa, che a partire dall’aprile 2017 ha chiesto da subito chiarimenti sui nuovi proprietari e sulla situazione generale delle finanze del club. Marco Fassone, amministratore delegato rossonero, propone il voluntary agreement, vale a dire un accordo volontario in cui la società si impegnava ad adempiere all’obbligo del pareggio di bilancio attraverso una serie di misure. L’impegno, inizialmente sottoscritto per giugno, venne rinviato ad ottobre.
Il 15 dicembre 2017 arriva il primo “no” dell’Uefa al “voluntary agreeement”, rifiutato in quando la commissione del Financial Fair Play ha denotato già all’epica delle incertezze in relazione al rifinanziamento del debito in scadenza ad ottobre 2018. Il Milan viene così rinviato al “settlement agreement”, procedura che prevede un accordo tra club ed Uefa per poter rientrare in altro modo all’interno dei parametri del fair play. Il 22 maggio scorso però, la doccia fredda. L’Uefa nega ai rossoneri il settlement agreement rinviando il Milan alla Camera giudicante di Nyon. Dopo l’udienza, di fronte a cinque giudici, la decisione è ufficiale: niente Europa League l’anno prossimo, con l’Atalanta che dai preliminari passa direttamente ai gironi eliminatori e con la Fiorentina che prende il posto dei rossoneri, a cui resta ancora la speranza che il Tas, a luglio, ribalti la decisione di Nyon. Alessandro Sticozzi
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