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La Merkel sconfitta lascia la politica, ora l’Ue cambia volto



Angela Merkel esce dalla scena politica. L’annuncio è arrivato dopo l’ennesima, dura sconfitta che la Cdu, il partito della Cancelliera, ha incassato in Assia. Un esito negativo che segue quello di due settimane fa in Baviera. La Merkel non si candiderà alla guida del Cdu, nel congresso di dicembre e non si ripresenterà al termine del suo mandato di Cancelliera nel 2021. Esce quindi, a fine legislatura, anche dal Bundestag. L’uscita di scena della donna d’acciaio, che per oltre un decennio ha dominato non solo la politica tedesca ma anche quella europea, è destinata a provocare uno smottamento a livello internazionale. I vecchi equilibri nel Parlamento della UE potrebbero saltare dal momento che la Cdu che è il maggiore azionista del Ppe, ora si è indebolita. Che faranno i popolari, cercheranno un’intesa con la famiglia dei sovranisti? E questi saranno in grado di trovare una sintesi rinunciando in parte alle loro posizioni egoistiche di supremazia nazionalista? Sono tutte domande che in queste ore rimbalzano tra Bruxelles e le capitali del Vecchio Continente.


E l’Italia che ruolo giocherà in questo rimescolamento delle carte? Riuscirà a ritagliarsi una parte da protagonista? Il voto in Assia che ha visto sprofondare i cristiano democratici al 27% (nel 2013 erano al 38,3%) è stato per la Merkel come una mannaia tanto più per il fatto che la Cancelliera si era esposta in prima persona, facendo campagna elettorale per il candidato della Cdu locale. Il risultato deludente è quindi stato una sorta di referendum sul suo nome. Un brand che non riesce più a sfondare nemmeno in un Land con una lunga tradizione cristiano-democratica. Giù pesantemente anche gli alleati della Spd, ora al 19,8% con una perdita di oltre il 10%. Come in Baviera c’è stato un travaso di voti a favore dei Verdi che hanno raccolto gli scontenti socialisti, conquistando l’8,7% in più a quota 19,8%.

Balzo in avanti anche della destra populista di AfD (Alternativa per la Germania) che con il 13,1% dei voti, il 9% in più rispetto al 2013, entra nel Parlamento regionale e ora è rappresentata in tutti i 16 Land. La Cdu ha subito chiarirò che le alleanze non cambiano anche se i liberali, forti del buon risultato (sono al 7,5% cioè + 2,5%) stanno facendo pressione. Per i Verdi, nonostante il successo, il futuro è ancora tutto da costruire. Secondo il sito americano Politico si avviano a diventare quello che i tedeschi chiamano un Volkspartei, cioè un partito popolare rivolto a ampie fascia sociali.


Ora a Berlino si aprono i giochi per la successione alla Merkel. In corsa ci sono Friedrich Merz, ex capogruppo del partito e l'attuale segretaria generale, Annegret Kramp-Karrenbauer. Merz è un grande avvocato ma è fuori dalla politica da dieci anni, da quando si dimise da capogruppo. Annegret è la candidata della Merkel e quindi si mette nel solco della continuità laddove oggi i tedeschi reclamano il cambiamento. Si fa il nome anche di Jens Spahn, attuale ministro della Salute, omosessuale dichiarato ma esponente dell’ala più conservatrice della Cdu molto critico verso la politica migratoria della Merkel. La partita però è solo agli inizi. Come pure quella europea.


di Laura Della Pasqua

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