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La strage dei pinguini: morto il 90 per cento degli esemplari della più grande colonia esistente


È un dramma nel regno animale quello che si sta consumando. Una tragedia che deve necessariamente attirare l’attenzione non solo della comunità scientifica, ma anche la sensibilità dell’opinione pubblica internazionale. Il 90 per cento dei pinguini reali della più grande colonia del mondo, con ben due milioni di esemplari stipati in un’isoletta dell’oceano Indiano meridionale, si è estinta. Decine e decine di animali morti nel giro di diversi anni. La popolazione ammonta, ormai, a soli duecentomila pinguini. “Qualcosa”, che resta un vero e proprio mistero, come lo hanno definito gli scienziati, ha falcidiato la colonia, ma non è chiaro cosa. A lanciare l’allarme sono i ricercatori del Centro di studi biologici di Chize’, in Francia, tramite le righe di un articolo pubblicato sulla rivista Antarctic Science, gli esperti accendono i riflettori sull’Ile aux Cochons, «l’isola dei maiali», nell’arcipelago subantartico delle Isole Crozet, parte dei Territori francesi meridionali.

Dalle foto dell’isola si vede la natura riemergere e riappropriarsi dei suoi spazi. Sicuramente un ottimo segnale, ma non in questo caso. Il declino sarebbe iniziato negli anni ’90 e potrebbe essere stato rafforzato dal fenomeno periodico che riscalda le acque dell’oceano, detto “Nino”. Al lavoro per capire e tentare di arginare il fenomeno anche il Cnrs francese e l’università della Rochelle.

Potrebbe essere un problema di “malnutrizione” dei pinguini ad aver portato a questa incredibile moria. È solo un’ipotesi al vaglio degli studiosi, ma i pesci di cui si nutrono questi animali potrebbero essersi spostati a Sud verso l’Antartide in cerca di acque più fresche, riducendo la disponibilità di cibo. Un’altra causa potrebbe essere il sovraffollamento dell’isola, che ha acuito la competizione tra esemplari. Si ipotizza infine una malattia, ad esempio il colera aviare che attualmente sta colpendo i pinguini sulla non distante isola Marion.

È in partenza una spedizioni di ricerca. Non resta che sperare nelle doti della scienza per rallentare un fenomeno naturale profondamente drammatico e sintomatico dello stato di salute del nostro pianeta.


E.R.

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