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LumiHeal, la rivoluzione targata Klox

Curare attraverso la luce: si può? Già a fine ottocento Antonino Sciascia, scienziato e medico siciliano, sollevò la questione in un convegno a Palermo. Qualche anno dopo il faroese Niels Fielsen vinse addirittura il Nobel per la medicina, grazie ai suoi rivoluzionari studi sugli effetti terapeutici della luce sulle lesioni cutanee da vaiolo e sul lupus vulgaris, malattia della cute causata da batteri. Stava nascendo una nuova branca degli studi medici, nasceva la fototerapia. A più di un secolo di distanza, in un mondo rivoluzionato dal progresso tecnico-scientifico, basta una lampada a led e un gel "miracoloso" per curare lesioni gravi e persistenti. Direttamente dal Canada, ma con una forte impronta italiana, arriva infatti l'innovativa terapia targata Klox Technologies, che con il suo LumiHeal sta cambiando il modo di trattare queste patologie.

Tutto ebbe inizio dalla geniale intuizione di uno dei collaboratori del prof. Francesco Bellini, proprietario e fondatore dell'azienda. Quest'uomo, un dentista, intuì le potenzialità della fototerapia applicata ai disturbi orali. Visto il grande successo riscontrato nel trattare le mucose del cavo orale, il brevetto fu modulato per interventi di tipo dermatologico e anche lì il successo fu immediato. Spinti dalla vena innovatrice che caratterizza la ricerca di Klox, il trattamento fu sottoposto a pazienti con gravi lesioni cutanee e ferite croniche, con risultati davvero sorprendenti.



Ma vediamo nello specifico come funziona LumiHeal: immaginiamo una pianta. Essa è in grado, per mezzo del suo celebre cromoforo, la clorofilla, di captare la luce solare, trasformarla in un segnale e dare così avvio alla respirazione cellulare e al processo di fotosintesi. Questo trattamento sfrutta lo stesso identico principio fisico: le molecole chimiche che compongono il gel di LumiHeal, se stimolate per mezzo di una innocua luce blu a led (a 460 nanometri) ottengono una risposta degli elettroni, detto effetto di shift, che passano allo stato eccitato e, per tornare a quello di quiescenza, rilasciano energia. La quantità di energia emessa è però minore di quella inglobata e ciò consente un rilascio su una maggiore lunghezza d'onda. In particolare, il cromoforo utilizzato nella componente di LumiHeal, da che assorbe energia per mezzo di una sola lunghezza d'onda, è in grado di riemettere tre luci, a tre distinte lunghezze d'onda che andranno ad agire a tre diverse profondità, su diversi strati della cute. Il fascio energetico che si propaga andrà ad interessare direttamente i recettori sensibili ai fotoni, stimolando una serie di reazioni enzimatiche e biologiche. Prima fra queste il controllo della carica batterica, favorito sia dalla presenza di perossido di urea nel trasportatore del gel, che ossidandosi libera dei radicali dell'ossigeno che vanno a intaccare le membrane cellulari dei batteri, eliminandoli o rendendoli statici, ovvero non in grado di riprodursi, sia dalla stessa luce a led blu, universalmente riconosciuta per le proprietà battericide. Altro fattore riscontrabile è quello della diminuzione del processo infiammatorio, prima causa della cronicizzazione delle lesioni, con un conseguente passaggio allo stato di "costruzione" cellulare, con cui l'organismo comincia a guarire e rimarginare la ferita. Ciò avviene per mezzo della stimolazione dei fibroblasti, veri responsabili del processo di guarigione. Per ultimo, ma non per questo meno importante, c'è un richiamo di tutti i fattori di crescita dell'organismo, in particolare quello della stimolazione dei vasi sanguigni e della capillarizzazione, che porta in un breve periodo a una neoangiogenesi, ovvero la creazione di nuovi vasi sanguigni e un conseguente migliore flusso di sangue ossigenato alla ferita, fondamentale per la sua rimarginazione. Tutto questo racchiuso in un trattamento di soli cinque minuti, indolore e che dà al paziente un quasi immediato sollievo, via via più prolungato man mano che si ripete il procedimento. L'effetto biofotonico, infatti, si ripercuote fino a 36 ore dopo la terapia.

Il processo di LumiHeal viene utilizzato con risultati proficui anche nel trattamento pre e post innesto, favorendo la risposta dell'organismo e scongiurando quasi del tutto il rischio di rigetto.



Grazie soprattutto all'opera di impegno del direttore scientifico Luisa Regimenti, il metodo LumiHeal è "sbarcato" a Roma, nelle migliori cliniche della capitale, oltre a essere già in utilizzo in centri specializzati di tutta la penisola, dal S. Raffaele di Milano, all'Idi di Roma e in arrivo anche il Calabria e Sicilia. "E' un privilegio poter dire di aver contribuito a dotare alcune delle migliori strutture romane del metodo LumiHeal, un metodo ultra tecnologico che ha cambiato per sempre il modo di trattare lesioni gravi e croniche. Un processo, quello mediante l'utilizzo della luce, quasi miracoloso visto che era ed è tuttora sconosciuto ai più. Un plauso più che meritato anche al grosso lavoro svolto in tutto il Nord Italia dal dott. Gabriele Nero, al quale si deve l'apertura di un centro di formazione per l'utilizzo di questa innovativa tecnologia. E' inoltre prevista l'apertura di altri centri in vari punti della penisola." le dichiarazioni della dottoressa Regimenti.


La Klox Technologies è un'azienda canadese nata e gestita dal prof. Francesco Bellini, già noto per essere tra i fondatori della BioChem Pharma, che ha immesso sul mercato il prodotto antivirale Epivir, il più utilizzato per combattere l’AIDS.

Cresciuto ad Ascoli Piceno, Bellini si è trasferito ventenne in Canada, dove tuttora risiede. Detentore di circa trenta fra brevetti e co-brevetti, è stato insignito di numerosi riconoscimenti tra cui la nomina a Cavaliere del Lavoro nel 2005 dall'allora Presidente Ciampi.

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