«Lo scandalo delle seppie nell’ospedale di Praia a Mare è una fake news». Lo ha assicurato in un’intervista esclusiva a Spraynews il direttore sanitario del nosocomio, il dottor Vincenzo Cesareo. Il riferimento è all’ennesimo caso di malasanità che, in questi giorni, ha scioccato gli italiani, da quando il video del dottor Emilio Alfano intento a pulire le sue seppie nei lavabi dell’ospedale di Praia a Mare, in provincia di Cosenza, sta facendo il giro del web, raccogliendo indignazione e insulti.
Dottor Cesareo, dopo la vicenda Alfano cosa si sente di dire ai cittadini, e soprattutto ai fruitori dei servizi dell’ospedale da lei diretto? Quali segnali concreti è importante dare in questo momento per rassicurarli?
«Mi lasci dire prima di tutto che l’episodio delle seppie non riguarda assolutamente l’ospedale di Praia a Mare e le sue attività. Quello è un filmato fatto circolare da una decina di giorni che ritrae un medico del 118, che in un cucinotto del 118 stava pulendo delle seppie. L’ospedale di Praia è completamente estraneo a quella scena».
Vuole dire che stiamo parlando di una fake news dottore?
«Si, questa è una fake news. Nel senso che il medico, verosimilmente durante la pausa di servizio, si è fatto riprendere in un cucinotto del 118 intento in questa stramba attività, e sinceramente io non vedo dove sia questa grossa anomalia. Certo, è un gesto goliardico che non fa bene alla sanità, ma non significa proprio nulla. È stato il tentativo malcelato di qualcuno in cerca di pubblicità, che oltretutto ha inviato quel filmato anche al procuratore della Repubblica. Io penso che il procuratore prenderà quel filmato come un documento inviatogli da qualcuno per insegnargli a cucinare le seppie. I cittadini del circondario che hanno come riferimento l’ospedale di Praia a Mare devono stare tranquillissimi perché, nei limiti delle nostre possibilità, e con i grandi sacrifici legati alla mancanza di personale sanitario e parasanitario, noi cerchiamo di dare soddisfazione alle richieste dei cittadini che chiedono salute».
Dottore lei ha dichiarato che il comportamento del dottor Alfano già in passato era stato discutibile da un punto di vista professionale, ma allora era stato già allontanato dall’ospedale?
«Il comportamento del dottor Alfano non era da professionista serio già prima della vicenda con le seppie. L’avevo definito inaffidabile, in una nota mandata al mio direttore generale, perché non sostituiva i colleghi seguendo gli orari corretti dei turni, spesso non avvertiva che sarebbe mancato, né era reperibile al telefono. Spesso e volentieri ha mandato in crisi i colleghi del pronto soccorso. Il dottor Alfano si è reso responsabile, inoltre, di un gravissimo atto quando ha preso a pugni un tecnico di radiologia, durante il turno di servizio. Un comportamento davvero assurdo e vergognoso. Non è vero però che è stato licenziato, per il semplice motivo che non c’era alcun contratto di lavoro. Lui era stato chiamato a prestare servizio nel 118, avendo il corso di emergenza urgenze e quindi potendolo fare, e questo accadeva a inizio 2018. Infatti quel filmato del pesce è stato fatto nel mese di febbraio del 2018, quando il dottor Alfano lavorava al 118. Poi è stato utilizzato dal maggio scorso al pronto soccorso, viste le necessità legate alla carenza di personale sanitario, e al 31 di luglio è scaduto il suo incarico e non glielo hanno rinnovato».
Quindi nel febbraio scorso il dottor Alfano lavorava effettivamente all’interno dell’ospedale quando ha deciso di pulire le seppie sui lavabi?
«Assolutamente no, lui quando ha pulito il pesce era nel lavabo del cucinotto del 118, ed era un medico che prestava servizio nel 118. Lui non ha mai fatto queste cose durante i suoi turni di servizio, per quei pochi mesi in cui c’è stato».
Lei sta dicendo che Alfano non ha mai fatto queste cose in servizio, in quanto il video è stato girato in un ambiente legato alla cucina del 118, e non in un ambiente sanitario?
«Esattamente. Lo ripeterò fino allo sfinimento: il filmato lo ritrae nel cucinotto del 118 mentre pulisce il pesce. L’ospedale di Praia a Mare è completamente fuori da questa storia, non c’entra assolutamente nulla. Ingiustamente e non con una corretta informazione si parla dell’ospedale di Praia».
Comportamenti come quelli di Alfano secondo lei rischiano di gettare un’ombra sul lavoro di tanti bravi medici e infermieri che operano nella sanità italiana?
«È per questo che mi sono indignato per la vicenda, perché si è lesa l’immagine non solo dell’ospedale di Praia a Mare, ma anche e soprattutto quella dei tanti operatori sanitari in Italia che con grande difficoltà, ogni giorno, in emergenza, cercano di dare le risposte giuste alla gente che ne fa richiesta. Invece di indignarci che in Calabria l’ospedale più grosso lo abbiamo costruito al di fuori della nostra regione, perché come saprà oltre 400milioni di euro all’anno vengono spesi per spese sanitarie al di fuori della regione, ci andiamo a indignare per queste cosucce da quattro soldi, che non fanno onore a chi le ha fatte ma non rappresentano certamente il dramma della sanità».
Quanto rischio di distorsione delle notizie porta la rete con la sua viralità, con la sua velocità, che spesso sottraggono qualità all’informazione?
«Questo dipende dai blogger ma anche dai giornalisti. Le questioni vanno prima approfondite e solo dopo diffuse, basandosi su fatti veri, certi, e non su questioni che spesso e volentieri sono surreali. Questo provoca dei danni enormi, in questo caso li arreca alla sanità calabrese, che già è martoriata come sappiamo, perché non la aiuta a dare di sé la percezione di riuscire bene a rispondere alle esigenze del territorio».
Di Giacomo Meingati
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