Sono ormai quarant’anni, dall’ormai lontano 23 agosto 1978 quando Mina, sofferente e con sempre più un maggiore disagio in pubblico, si presenta per un'ultima volta sul palcoscenico della Bussola di Marina di Pietrasanta, in Versilia, prima di ritirarsi per sempre dalle scene.
Curiosamente anche la sua carriera era iniziata in Versilia, dove ha salutato il suo pubblico, restando così da quarant’anni una voce straordinaria e unica trasformata in icona dal suo volontario ritiro come immagine e non come cantante diventando così mito e ancor più presente nella propria assenza.
In una storica intervista, rilasciata al mensile Playboy nel 1973, Mina parla di sé stessa e del rapporto con il pubblico mostrando una grande sofferenza, ma anche una certa paura, unita a una buona dose di disprezzo, per certi aspetti del successo, e spiega di essere andata ad abitare in Svizzera, a Lugano, per cercare di salvaguardare la sua privacy e anche per cercare di garantire ai figli il diritto di crescere come bambini “quasi normali”. Il suo attacco allora è particolarmente accentuato contro la stampa dell’epoca che fa riferimento al mondo della canzone italiana.
Mina in quel periodo è amata oltremisura dal pubblico, continuamente bersagliata dai paparazzi anche per carpirne le vicende private e personali.
È del 1974 il suo ultimo show televisivo insieme con Raffaella Carrà, “Milleluci”, la cui sigla finale si intitola in maniera quasi profetica “Non gioco più” e nel 1975, con “L’importante è finire”.
Sostenuta dai suoi amici e dal manager Elio Gigante, Mina accetta quindi di cantare per un’ultima volta alla sua “Bussola” di Marina di Pietrasanta e si ritira per sempre dalle scene in un rarefatto e scelto esilio che custodisce nel tempo l’immagine cristallizzata di una delle più grandi interpreti della canzone italiana del nostro tempo.
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