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Nessun Ufo, ma un'esercitazione aerea nei cieli del Canavese




Ancora una volta non sono gli alieni, nessun extraterrestre proveniente da lontane regini del cosmo ha solcato i cieli d’Italia, e il mistero degli Ufo nel cielo di Corio è stato spiegato: Si trattava soltanto di un’esercitazione dei velivoli dell’aeronautica militare. Certo resteranno delusi gli amanti dei complotti e del “non siamo soli nell’universo”, ma resta sempre, ancora un margine di dubbio.


I cieli di Corio infatti, nell’Alto Canavese, sono stati squarciati da un boato nella notte del 6 giugno scorso. Un “bang” che è stato udito molto nitidamente da alcune centinaia di persone residenti in quella zona del Piemonte e che adesso le autorità preposte dell’Aeronautica e della Procura di Ivrea, insieme con i carabinieri di Corio, hanno attribuito al suono, da parte di due cacciabombardieri, ad un non meglio precisato “guasto tecnico”.


Il fragore che, la notte del 6 giugno, è stato avvertito da molti nei cieli di Corio e dell’Alto Canavese è stato quindi ufficialmente provocato da due aerei Tornado della nostra aviazione militare. È questa la risposta fornita dall’Aeronautica alla Procura di Ivrea che, tramite i carabinieri di Corio, aveva raccolto diverse testimonianze su «due caccia bombardieri che inseguivano un disco luminoso» intorno alle 23 di quel giorno. I vertici dell’Aeronautica hanno ammesso che si è trattato di un’esercitazione e che il frastuono avvertito da tanti era dovuto soltanto ad un guasto tecnico. Stando ai testimoni invece, degni di un episodio di X-Files, quella notte i due Tornado non sarebbero stati i soli mezzi aerei a solcare l’aria, ma uno strano oggetto, un “disco luminoso”, li precedeva a incredibile velocità.


Dichiara pertanto il dottor Giuseppe Ferrando, il capo della Procura di Ivrea, in merito all’accaduto:


«Preferisco non entrare nei dettagli tecnici perché ora invierò la nota che ci è arrivata ai carabinieri. E se ci sono delle cose poco chiare chiederemo delle ulteriori delucidazioni». Non resta che attendere quindi anche la risposta dell’Aeronautica all’interrogazione parlamentare in merito al “mistero” piemontese, prontamente depositata dagli onorevoli Francesca Bonomo e Davide Gariglio.



DPF

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