Aumentano il numero di vittime colpite dal virus. L’ultimo caso trova luogo a Fossalta di Piave, dove una donna cinquantatreenne è stata contagiata, anche se le è stato comunicato dai medici che la fase acuta è passata e non ci sono rischi. I sintomi erano stati piccole bolle sul corpo, dolori articolari e mal di testa persistente. Era stata nelle settimane scorse a Jesolo ed Eraclesa, e infine nel Veronese. Già un uomo di Mira era stato ricoverato per un’encefalite all’ospedale di Dolo, e un altro caso accertato riguarda un cinquantanovenne di Mellaredo di Pianiga. Anche un settantenne è stato ricoverato a Rovigo, e si sono verificati altri quattro casi nel Polesine, uno a Padova e tre nella Bassa Padovana. In base ai test fatti sulle zanzare di tipo Culex le zone positive al virus risultano essere Jesolo, Caorle e Ceggia. Più recente la morte di un settantasettenne residente a Cento che, ricoverato per una caduta, è stato poi trasferito a Cona, dove gli è stata diagnosticata una meningoencefalite da West Nile.
Dato l’arrivo del virus anche a Padova, ieri sono cominciate le operazioni di bonifica all’Istituto agrario San Benedetto da Norcia di via Cave, in zona Brusegana. L’operazione è volta ad estirpare il potenziale pericolo quale è il West Nile prima che si diffonda anche nelle zone urbane. Proprio nel giardino della scuola, infatti, sono state ritrovate larve, uova ed esemplari adulti di Culex pipiens, le zanzare trasportatrici del virus. Il morbo non è infatti trasferibile dalle persone ma solo dagli insetti. La malattia non presenta nell’80 per cento dei casi sintomi, mentre nel 20 per cento causa una leggera febbre e nello 0,1 per cento può evolversi in forma più grave, specialmente se la vittima ha avuto pregressi problemi di salute.
Il primo caso risale al 2008, ma fortunatamente il virus è facilmente riconoscibile e curabile, dati determinati sintomi di interessamento neurologico. Può essere pericoloso solo nel caso infetti persone anziane con precarie condizioni sanitarie, e in tal caso dà luogo ad un quadro clinico simile all’influenza dopo circa 2 settimane dalla puntura della zanzara infetta. Per ora non è stato ancora trovato un vaccino per la febbre West Nile, e la prevenzione non va oltre i comuni mezzi di prevenzione da puntura di zanzare, quali zanzariere, uso di insetticidi liquidi o a piastrine e repellenti.
di Alessio La Greca
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