Occhetto a quante elezioni per la Presidenza della Repubblica ha partecipato?
A moltissime, a partire da quando, come segretario della Federazione Giovanile Comunista, facevo parte della regia della Direzione nazionale del partito che seguì, fin dalle prime battute, una delle elezioni più combattute, quella che portò alla nomina di Giuseppe Saragat. Dopo di allora, ho via via partecipato a tutte le successive elezioni.
Ci sono differenze sostanziali fra le elezioni a cui lei ha partecipato direttamente e questa che ci accingiamo a vivere?
C’è uno spostamento di attenzione. Si sta facendo quasi una campagna elettorale, come se eleggessimo direttamente il Presidente della Repubblica, mentre dovremmo restare dentro i confini della nostra Costituzione e della nostra democrazia parlamentare e individuare, quindi, l’identikit senza troppo fantasia, perché è un identikit chiaramente fissato dai compiti e dalle funzioni attribuite al Presidente della Repubblica dalla Costituzione.
Il totonomina che imperversa, con potenziali Presidenti che vanno e vengono, come se fosse una lotteria e si cercasse il possessore del biglietto vincente, è la dimostrazione di un degrado della politica?
E’ sicuramente un degrado ed è, comunque, contrario al nostro sistema istituzionale, perché il Presidente della Repubblica non viene eletto né dal Popolo, né dai sondaggi, ma nasce da un processo politico interno al Parlamento. Un processo, che dovremmo rispettare, come abbiamo sempre fatto nel corso degli anni.
Con la sua esperienza, che teme pochi paragoni, quella di Silvio Berlusconi è una candidatura concreta?
La mia esperienza è meno importante del fatto che bisogna valutare le candidature indipendentemente dai valori e dai disvalori di ciascuno. Tutte le precedenti esperienze hanno dimostrato che per essere un Presidente della Repubblica bisogna possedere delle qualità particolari. Un uomo anche estremamente forte, come io naturalmente non considero Berlusconi, ma ammettiamo pure che lo sia, dal punto di vista politico può essere, per le sue caratteristiche, divisivo e, quindi, non impersonare le caratteristiche delineate dalla Costituzione.
Può essere finalmente arrivato il momento di una donna?
Assolutamente sì. Ritengo che, se nell’impasse in cui ci si trova, si individuasse una outsider donna per la Presidenza della Repubblica, usciremmo da questa crisi a testa alta e dando un segnale positivo alla società italiana e, aggiungerei, persino al mondo.
di Antonello Sette
Comments