Il cashback è una misura costosa e inefficiente, che non apporterà benefici alla nostra economia e al nostro Paese. Il probabile blocco del super-premio semestrale, per via della vulnerabilità del sistema ai furbetti delle micro-transazioni, è un’ulteriore dimostrazione dei limiti dell’intervento. Peraltro, il cashback ha fallito uno dei principali obiettivi che il Governo si era prefissato, ovvero quello di contrastare l’economia sommersa e l’evasione. Secondo l’analisi del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, metà delle operazioni contemplate dal cashback venivano già saldate con la moneta elettronica. In sostanza, oltre metà dei soldi stanziati dallo Stato sono stati regalati. Sul tema saremo promotori di un’interrogazione parlamentare per invitare il nuovo Governo a prendere provvedimenti affinchè non si sciupino risorse pubbliche, in particolare i fondi europei del Next Generation.
In sintesi, il cashback non produce effetti sull’evasione fiscale, costerà circa 4 miliardi ai cittadini italiani nei prossimi due anni e sarà inutile per limitare la circolazione del contante, considerando che i massimali saranno ulteriormente ridotti a 2 mila euro fino alla fine del 2021 e a mille euro, la cifra più bassa di tutta Europa, a partire dal 2022. Si prenda atto della sua inefficacia e si elimini il cashback, su cui peraltro abbiamo avuto anche un richiamo dalla BCE. Un’operazione efficace di lotta all’evasione va inserita all’interno della riforma fiscale. Inoltre, per favorire l’uso dei pagamenti elettronici bisogna abbassare le commissioni bancarie e incentivare le transazioni digitali anche nelle piccole attività.
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