Sergio Pizzolante, politico e imprenditore italiano, sostiene come il caso Pittelli, scarcerato dopo essere stato quindici mesi in cella per un avviso di garanzia, dimostra l’esistenza del sistema denunciato da Palamara nell’ultimo libro “Lobby & logge”.
Cosa ne pensa delle ultime rivelazioni dell’ex togato?
«Sarà difficile, questa volta, mantenere il muro del silenzio. Se per il primo libro è stato possibile, adesso la vedo difficile. Adesso ci sono dei varchi per far arrivare la verità alle persone. Si è cercato di oscurare, in tutti i modi possibili, un sistema con cui una certa stampa ha collaborato. Il tema, però, ora è all’attenzione dell’opinione pubblica, come dimostra il recente discorso di Mattarella, in grado di cogliere in pieno la crisi della giustizia in Italia»
Ci sarà, quindi, la tanto auspicata riforma?
«Una riforma ci sarà, ma bisogna vedere se sarà buona. Le proposte dell’ottimo ministro Cartabia mi sembra siano sottodimensionate rispetto al bisogno vero».
Quali sono le priorità su cui intervenire?
«Per quanto riguarda la riforma del Csm, l’unica soluzione per scompaginare tutte le carte e per azzerare le correnti è il sorteggio o delle forme temperate di sorteggio per renderlo compatibile con la Costituzione. Altre strade, mi sembra siano un compromesso che non porta da nessuna parte. Altro tema su cui battersi, poi, è il reinserimento dell’immunità parlamentare per riequilibrare i poteri. Con l’abolizione, il dominio del potere giudiziario è diventato incontrastato».
La sorprende che Palamara sia tornato sul caso Morisi?
«Ho sempre pensato tutto il male possibile sulla bestia di Morisi, obbrobrio per la democrazia italiana, ma ciò che è stato fatto all’uomo non mi piace. Palamara spiega solo come funziona il sistema delle inchieste a orologeria, l’utilizzo della giustizia per demolire l’avversario. In questo caso era Salvini, prima Craxi, Andreotti e Berlusconi fino a Renzi. Lo stesso meccanismo, purtroppo, si ripete».
Nell’ultimo lavoro, però, si parla anche di Borsellino e di un’indagine, a parere dell’autore, frenata dal Csm…
«Palamara descrive un sistema parallelo, basato sulla paura, dove le regole che dovrebbero valere per tutti non esistono. Si decide quali inchieste portare avanti, chi deve essere condannato, chi premiato, secondo una logica di lobby e correnti. Il potere vero è quello delle procure, della finanza, della stampa, dove le leggi contano poco. I sindaci e i parlamentari oggi non hanno più alcun peso e devono solo subire le decisioni di chi ha le redini del paese. Non mi sorprende, quindi, più nulla».
Pittelli lascia il carcere dopo che per 15 mesi è stato in cella per un semplice avviso di garanzia. Che idea si è fatto sulla vicenda?
«Sono prove dell’esistenza del sistema descritto da Palamara, ovvero di uno strapotere delle procure e dei giornali, che sono complici, nella distruzione del nemico di turno».
Di Edoardo Sirignano
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