Anche se la cosa può dispiacere ai pacifisti purtroppo è sempre più evidente che l’unica, anche se lontana possibilità di arrivare ad una peraltro problematica e relativa pace può avvenire costringendo Putin a una qualche intesa per il prolungamento della resistenza che a sua volta può avvenire se nel frattempo agli Ucraini vengono mandate armi di tutti i tipi più di quanto non sia avvenuto finora. La chiave di lettura del personaggio Putin è offerta da Khorkvske, già oligarca, il quale in una intervista ha spiegato che Putin ha una mentalità criminale che tiene conto soltanto dei rapporti di forza sul piano militare. Osserva Khorkvske è ciò che i leader occidentali non hanno mai capito, non capiscono adesso e temo che non capiranno mai. Pensano di avere a che fare con uno statista che ragiona come loro, invece lui ragiona come un criminale. Del resto queste osservazioni di Khorkvske sono confermate da quello che finora Putin ha fatto, egli non ha mai esitato a far assassinare tutte le personalità che gli davano fastidio. La sua linea di tendenza sul piano militare è quella di radere al suolo le città per conquistarle pienamente vedi nel passato Kroznyin Cecenia e Aleppo in Siria. Poi sul piano politico egli è un dittatore, cultore della Grande Russia per cui adesso vuole realizzare una espansione territoriale che riequilibri le perdite verificatesi in seguito al crollo dell’Urss. Allora un tipo del genere può essere condizionato solo dalla forza delle armi: la cosa può piacere o dispiacere ma purtroppo questa è la realtà. Tutta la marea di personalità politiche ed economiche che in questi anni hanno fatto affari di tutti i tipi con il sistema Putin hanno creduto che quella rete di interessi lo spingesse ad essere moderato sul terreno degli indirizzi di politica estera. È vero esattamente il contrario: per Putin questa rete di interessi serviva a comprare il consenso, la complicità, L’acquiescenza dei leader politici occidentali. Adesso a causa del suo errore di valutazione nei confronti della capacità di tenuta degli Ucraini, da Zelensky all’esercito al popolo, l’equivoco è’ saltato per aria. Né conoscendo il personaggio in campo ci si deve far terrorizzare troppo dalle parole: Putin e Lavrov evocano con parole oscure il ricorso ad armi atomiche perché sperano così di far leva sulla tendenziale pavidità di una parte delle classi dirigenti occidentali. Ma essi sanno anche benissimo che su questo terreno possono solo scherzare in termini verbali perché la forza di deterrenza degli Usa, della Gran Bretagna, della Francia è terrificante. Allora gli appelli alla resa dei pacifisti italiani non solo sono vergognosi perché fatti sulla pelle di un altro popolo che dovrebbe subire la dittatura di un fantoccio eletto da Putin, ma egli può essere costretto a trattare e ad arrivare a una forma di pace solo perché bloccato o condizionato dal fatto che gli Ucraini resistono anche grazie agli aiuti militari ricevuti. Quanto agli appelli di Monsignor Paglia alla politica, essi sono giusti in via di principio ma nel caso specifico per fare politica e quindi anche per trattare bisogna essere in due: Zelensky è pronto a farlo come dimostrano anche le sue dichiarazioni sulla Nato ma finora Putin non ha dato alcuna prova di essere disponibile a trattare. Infine una domanda a monsignor Paglia: perché Papa Francesco non si reca a a Kiev?
di Fabrizio Cicchitto per il quotidiano 'Il Tempo'
Comments