"Abbiamo sempre apprezzato Marco Bentivoglio ma se si vuole riunire i riformisti e si mette in campo una “maratona dei riformisti”, allora le esclusioni non hanno senso. Perché non invitare esponenti significativi del PSI come Nencini, Maraio, Bobo Craxi, Iacovissi, Intini, Del Bue, Carla Locatelli, socialisti storici come Rino Formica, Claudio Signorile, Biagio Marzo, Giulio Di Donato, Ugo Cinetti, Paolo Pillitteri, presidenti di note fondazioni, nonché a suo tempo grandi sindacalisti come Giorgio Benvenuto e Walter Galbusera, esponenti di Riformismo e Libertà come Fabrizio Cicchitto, Ercole Incalza, Gianfranco Polillo? Per gli storici ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta. Ricordiamo Simona Colarizzi e Andrea Spiri. E poi come escludere da una maratona dei riformisti miglioristi come Umberto Minopoli e Umberto Ranieri? Ma anche Claudio Petruccioli avrebbe qualcosa da dire. Comunque la situazione e’ paradossale: fino agli anni Settanta l’appellativo riformista era quasi un insulto. Craxi lo rilancio’ nel 1981 al Congresso di Palermo del PSI poi col passar del tempo la profezia di Turati (Barbanera) si è avverata. Adesso siamo al paradosso che molti post Comunisti e non solo si sono a tal punto appropriati del termine che contestano ai socialisti storici il suo uso. Ma le cose non si fermeranno certamente qui. Parafrasando una famosa battuta “l’italiano e’ riformista e non lo sa”.
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