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Dai furti di auto al commercio on-line dei pezzi di ricambio: smantellata rete criminale in Brianza


A capo del gruppo di ladri un 67enne: 98 i colpi contestati, tutti commessi tra le 5 e le 7 del mattino.

Dall’alta tecnologia ai mezzi più tradizionali: per bypassare l’antifurto satellitare il gruppo utilizzava un disturbatore di frequenza simile a quelli in uso ai corpi militari - jammer - affidandosi all’occorrenza alla tradizionale tecnica della spinta.

Colpito anche il livello superiore che commissionava i furti per smontare le auto e commerciarne i pezzi tramite un marchio registrato nelle più comuni piattaforme on-line.

Sequestrati tre capannoni, un abitazione acquistata con i proventi del traffico illecito, nonché un campo agricolo dove era stato costruito uno stabile per smontare le auto lontani da occhi indiscreti.



Nel corso della notte i Carabinieri della Compagnia di Desio, hanno eseguito un'ordinanza cautelare emessa dal Tribunale su richiesta della Procura di Monza, nei confronti di 9 soggetti, ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata ai furti di auto e al riciclaggio dei pezzi mediante la successiva rivendita in tutta Italia delle parti meccaniche e di carrozzeria.

L'indagine è stata avviata nei mesi scorsi, in seguito all'arresto in flagranza di reato di uno dei membri della presunta compagine associativa, che durante le prime ore del mattino veniva fermato dalla Radiomobile dei Carabinieri di Desio, mentre era alla guida di un auto rubata pochi minuti prima. Per quell'evento l'uomo, 40enne residente in provincia di Varese, veniva condannato in via definitiva ad un anno e quattro mesi. L'attività investigativa comunque proseguiva poiché era subito parso evidente che, al di là del furto di quell'autovettura, vi fosse in realtà un'autentica struttura stabilmente organizzata.

Nello specifico, attraverso i tabulati telefonici del cellulare in possesso all'uomo, e mediante la visione di numerose telecamere di videosorveglianze, i Carabinieri sono riusciti ad individuare quelli che, secondo l'ipotesi accusatoria, sono stati ritenuti essere il gruppo dell'organizzazione abitualmente dedito ai furti di auto: ovvero un terzetto di uomini, tra cui un 67enne da sempre dedito ai furti di auto, con precedenti specifici. 98 i colpi contestati nel periodo di indagine. I tre agivano insieme, colpendo sempre alle prime ore del mattino, tra le 05 e le 7. Diverse le tecniche adottate per asportare le auto: dall'utilizzo di un dispositivo elettronico in grado di avviare il motore anche senza chiavi e di disturbare il segnale di allarme satellitare attraverso un cosiddetto jammer, alla più tradizionale tecnica della spinta, dove attraverso un'altra auto spingevano da tergo la vettura da rubare dopo averne forzato la portiera, conducendola in uno dei vari capannoni in uso al sodalizio, sparsi su tutta la Brianza, ovvero a Bovisio Masciago, Seveso, Paderno Dugnano e Ornago.


L'indagine è tuttavia risalita al livello superiore, ovvero a chi commissionava i furti dei veicoli, un 54enne residente in Brianza, il quale avvalendosi della schermatura di una società intestata alla compagna, anch'essa colpita dalla misura cautelare, ha organizzato e gestito una solida realtà imprenditoriale vendendo sia on-line attraverso le più note piattaforme internet, che attraverso un proprio negozio sul territorio, i pezzi meccanici e di carrozzeria delle varie auto rubate dal terzetto. Sequestrati anche 3 capannoni industriali riconducibili all'associazione dove all'interno sono stati ritrovati migliaia di pezzi di auto, destinati al commercio, un terreno agricolo dove era stato abusivamente edificata una struttura edile per smontare le auto, lontani da occhi indiscreti, nonché l'abitazione della coppia a capo del commercio on-line di pezzi rubati. Oltre 600mila € il valore complessivo degli immobili.

Colpiti dalla misura cautelare anche i diretti collaboratori del "commerciante", addetti allo smontaggio delle auto rubate, e ritenuti pienamente consapevoli dell'origine illecita delle auto. Gli indagati, 5 colpiti dalla misura cautelare in carcere, 2 posti agli arresti domiciliari e 2 colpiti dall'obbligo di dimora nel comune, verranno tutti interrogati nei prossimi giorni dal G.I.P. del Tribunale di Monza.

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