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Immagine del redattoreCarpe Diem Macchioni Communications

Daniela Santanchè a Il Giornale: «Noi ancora più convinti della scelta di star fuori»

La coordinatrice di Fratelli d’Italia: «Questo è l’esecutivo del compromesso, non dei migliori»




Daniela Santanchè, coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia, vedendo il nascente governo cosa pensa?


«Che sono ancora più contenta che non ne facciamo parte. E ancor più convinta che sia stata giusta la scelta della nostra leader Giorgia Meloni. Anche perché vediamo ancora ministro della Salute Speranza, quello delle chiusure con poco rispetto e delle aperture a singhiozzo. E poi vediamo Di Maio agli Esteri, e credo non conosca neanche le capitali. E al lavoro Orlando, sinistra della sinistra. Anche da imprenditore sono terrorizzata. Mi spiace che non lo abbiano fatto il governo migliori».


Il problema non è Draghi.


«Solo un cretino potrebbe dire che non è autorevole, preparato, un politico, perché per fare il capo della Bce bisogna esserlo. Ma quei tecnici sono modesti. Mi aspettavo il governo dei migliori invece è del compromesso».


Le elezioni del 2018 però le hanno vinte i 5 Stelle.


«La prima critica da fare è a Mattarella, che aveva detto: quando c’è la maggioranza mi devo attenere a quella. Anche quando non c’era si è comportato come se ci fosse».


Cosa avreste fatto?


«Per noi quando c’è un momento di difficoltà, i migliori si fanno scegliere agli italiani con il voto. Mattarella ci ha spiegato che non si può votare. Ora mi aspetto che si sospenda la democrazia per la pandemia, anche se poi vediamo che si vota in Usa, Israele, Portogallo, Olanda e Germania. Da noi evidentemente non si può fare».


Non c’era il rischio di perdere i fondi europei?


«Ma perché? Sfatiamo il mito che sia stato il governo Conte a farci avere quei fondi. Non li abbiamo avuti perché è stato bravo Conte ma perché siamo quelli messi peggio in Europa. Come si sono messi insieme per questo governo, se ne poteva fare uno per presentare il piano e andare al voto».


La vostra opposizione sarà «patriottica». Non farete la guerra. «Perché dovremmo fare la guerra?


Abbiamo la casacca della nazionale e tifiamo Italia. Draghi si renderà conto che saremo più leali di una parte della maggioranza. Con noi non dovrà trattare, sarà un’opposizione libera e consapevole del momento che attraversiamo. Non vogliamo buttare via miliardi, anzi faremo da sentinella».


La Lega per voi sbaglia?


«Non ci sto, adesso, a mettermi a giudicare. Abbiamo deciso questo in un momento difficilissimo per tutti, non è stata una scelta a cuor leggero e rispetto Lega e Forza Italia. Dico che stiamo lavorando anche per loro, fuori dal governo».


La Lombardia è attrezzata?


«Il rimpasto si è chiuso come siamo capaci di fare noi. Abbiamo fatto la nostra parte, i nostri ci sono, benissimo Letizia Moratti, abbiamo acquistato Bertolaso e la sfida sono i vaccini, non solo per la salute ma anche per la competitività. Sappiamo che Bertolaso, Moratti e Fontana dimostreranno di essere dei campioni d’Italia».


Il candidato di Milano?


«So che i leader sono a buon punto, credo che la settimana prossima si incontreranno. Una cosa è certa. Ora che abbiamo visto Sala, sappiamo che questa città, la più importante d’Italia dal punto di vista produttivo, necessita di un cambio di passo e di visione»

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