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Immagine del redattoreEdoardo Sirignano

Le lampade di Colombo illumineranno il museo permanente del Quirinale

Aggiornamento: 7 nov 2021


Carlo Colombo, architetto di fama internazionale, in un’intervista a Spraynews, parla del suo incontro col presidente della Repubblica e del libro in cui racconta trent’anni di carriera in giro per il pianeta tra arte e design.


Quale emozione ha provato nell’essere ricevuto da Mattarella?


«Ritrovarmi insieme ad altri colleghi e ad altre persone che hanno messo l’arte al centro della loro vita ed essere accolti in quel modo dal presidente è stato un momento molto importante della mia carriera. Quella stretta di mano è un qualcosa di davvero unico, specialmente perché avvenuta in una cerimonia che aveva come obiettivo quello di valorizzare le eccellenze che si distinguono per la loro creatività e il loro talento».


Cosa le è rimasto di quella visita?


«Le mie lampade saranno installate nel museo permanente del Quirinale. Sapere che alcune delle stanze più importanti della capitale saranno illuminate con i miei lavori, non può che rendermi orgoglioso, nonché uno stimolo in più per fare sempre meglio. Essere consapevole che quei lavori resteranno lì per sempre è davvero qualcosa di speciale».


Ormai sono 30 anni di design. Cosa è cambiato adesso nella sua vita?


«Continuo a fare quello che facevo prima, sicuramente in modo più professionale e allargato. La mia passione che è il design continua a essere parte integrante della mia vita e quindi non è cambiato tantissimo rispetto a prima. L’amore per il mio lavoro e il modo di fare sono sempre gli stessi, sicuramente la maturità mi ha portato a una valorizzazione in termini di progettazione e professionalità più elevata. Crescendo si ha semplicemente un bagaglio di esperienza maggiore».


Ha pensato di fare qualcos’altro oltre l’architetto?


«No. Ho sempre svolto questo lavoro, sia l’architetto che il designer. Non ho mai fatto altro nella vita. Per farli bene ci vuole tempo e già una vita non basta. E’ meglio concentrarsi, quindi, sulle cose che si sanno fare bene».


Tanti artisti hanno apprezzato i suoi lavori. Quale è stato il complimento che l’è rimasto più impresso?


«Da una parte i giornalisti, mi hanno sempre apprezzato, così come i clienti, poi ci sono i premi internazionali che ho vinto. Essere stimato e valorizzato all’estero è certamente importante. A gennaio uscirà un libro di trecento pagine sui miei trent’anni di carriera e questa è una cosa a cui tengo molto e che mi fa particolarmente piacere».


Quali saranno i suoi prossimi lavori e quali le esposizioni?


«I lavori sono legati al design, alle mie aziende. Continuano a essere frequenti. Anno per anno cerco di aggiungere qualcosa di nuovo. La prossima esposizione sarà il Salone del Mobile di Milano ad aprile, che finalmente dovrebbe aprire le porte con gli allestimenti, tra l’altro che capiterà proprio dopo il lancio del mio libro».


A Dubai si sta tenendo l’Expo. Milano ormai è stato superato?


«Sicuramente a Dubai ci sarà una situazione diversa. Stiamo parlando di una città internazionale che coinvolge diverse culture e aspetti. E’ un po' il centro del mondo. Loro hanno, inoltre, investito tantissimo in quest’esposizione. L’Italia sicuramente avrà il suo padiglione e farà bella figura, in particolare per il mondo dell’arte e della cultura. Non escludo che possa essere uno dei più visitati. Detto ciò, non ho ancora visto l’Expo di Dubai, ci devo andare e sicuramente sarà una cosa meravigliosa. Sarà un coinvolgimento di internazionalità a cui certamente non si può mancare e che fa sempre bene. Sono sicuro che, pur essendoci ancora il Covid, ci andrà tantissima gente».


La sua prossima esposizione sarà il Salone del Mobile. Come migliorarlo?


«Si può sempre migliorare nella vita. Sicuramente l’anno prossimo, essendoci i padiglioni, gli

stand, sarà visto come una rinascita, nel senso che tutti gli imprenditori, gli architetti, l’opinione pubblica continueranno ad amare una delle rassegne più importanti al mondo. Prima era soltanto settoriale, oggi design e mobile sono diventati aspetto sociale. Si parla di design in qualsiasi magazine e giornale. L’arredamento, come ci ha insegnato la pandemia, è fondamentale per migliorare la qualità di vita. Non mi sorprende, pertanto, che ci sia maggiore attenzione a vivere la casa attraverso gli arredi. Ci si aspetta un evento fantastico, pieno di entusiasmo, energia, dove tutti si stanno preparando al meglio per essere sempre più competitivi».


Di Edoardo Sirignano

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