"La proposta di modifica del metodo elettorale per i membri togati del CSM è una “non riforma: invece di azzerare il potere di tutte le correnti interne all’ANM, ne favorisce alcune, quelle più forti (attualmente AREA, MI e UNICOST), e lascia alle altre una sorta di diritto di tribuna, neppure sicuro da conseguire, mentre lo scopo di una vera riforma sarebbe stato quello di consentire alla libera competizione tra singoli magistrati la determinazione della loro rappresentanza.
Quella all’esame è una riforma destinata a perpetuare e forse peggiorare l’esistente, senza la capacità di andare oltre con l’introduzione del sorteggio per l’individuazione dei candidati (elettorato passivo), mentre l’elettorato attivo resterebbe prerogativa di tutti i magistrati, in termini che sarebbero assolutamente compatibili con la prescrizione dell’art. 104, comma 4, Cost.
Si metterebbe così fine alle cordate elettorali, destinate poi a riemergere quando si tratterà di decidere assegnazioni, trasferimenti, promozioni e provvedimenti disciplinari, e si restituirebbe alla Magistratura un po’ della credibilità persa a seguito delle vicende che hanno contrassegnato la vita della Consiliatura in scadenza.
Democrazia Libera confida che l’esame parlamentare in corso possa finalmente introdurre questa fondamentale riforma. E vien da dire: se non ora, quando?"
lo dichiara Enzo Palumbo presidente di Democrazia Liberale già membro del CSM
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