“I presidi vittime di un concorso infelice. Una soluzione politica? L’ha impedita il M5S”
Sottosegretario Sasso, l’inizio del nuovo anno scolastico è alle porte. Si ricomincia fra mille difficoltà. L’obiettivo più importante è far ripartire la didattica in presenza. I presidi saranno, come al solito, in prima linea. Costretti troppo spesso, però, a lavorare in condizioni disagiate, fra istituti troppo affollati e più sedi da coprire. Forse le cose sarebbero meno complicate, se si fosse dipanato il nodo degli ammessi agli orali del concorso per dirigenti scolastici del 2017, vittime di clamorose disparità di trattamento. Un concorso nazionale con 38 sottocommissioni, alcune delle quali hanno promosso tutti ed altre, invece, meno della metà. Non si sarebbe potuto trovare un modo di riparare danni evidenti, anche in ragione delle centinaia di contenziosi che pendono sia davanti alla giustizia amministrativa che a quella penale?
Negli ultimi diciotto mesi il mondo della scuola è stato investito da uno tsunami inatteso e imprevedibile come quello della pandemia e, quotidianamente, siamo al lavoro per invertire la curva di deprivazione culturale subita dai nostri studenti e per preparare un anno scolastico totalmente in presenza. I dirigenti degli istituti, come tutta la comunità scolastica, hanno dato prove straordinarie di abnegazione e spirito di servizio in questo periodo complicatissimo. Personalmente nutro un sentimento di grande riconoscenza nei loro confronti, perché si sono sobbarcati un lavoro immane. Altra cosa è il concorso del 2017, che ha avuto una parabola quantomeno infelice. Lo scorso gennaio il Consiglio di Stato si è espresso per la conferma delle graduatorie, ma ci sono ancora diversi procedimenti giudiziari aperti ed è quindi doveroso lasciar lavorare la magistratura con la massima tranquillità, senza interferire. Vedremo quali saranno le risultanze. Come Lega, avremmo voluto trovare una soluzione politica alla questione, ma non è stato possibile a causa del veto ideologico del Movimento 5 Stelle.
Tutti i politici e i sindacalisti interpellati hanno ammesso l’esistenza di inaccettabili anomalie. Non pensa sia arrivato il momento di dare alle centinaia di vittime di documentate ingiustizie una risposta istituzionale chiara e definitiva?
Dopo l'insediamento del Governo di unità nazionale presieduto da Draghi è stata concessa l'ostensione delle prove scritte, ottemperando così dopo gravissimi ritardi a quanto prescritto da svariate sentenze della magistratura. Si è trattato di un doveroso atto di trasparenza, che troppo a lungo era stato negato e che aveva alimentato dubbi e sospetti relativamente a una vicenda dai contorni assai opachi. La trasparenza è evidentemente tornata di moda da quando la Lega è entrata a far parte del Governo: chi non ha nulla da temere non ha nemmeno niente da nascondere. Quello ha sicuramente rappresentato un primo passo fondamentale per ricostituire un legame di fiducia con quei cittadini che si sono sentiti defraudati e per fare definitiva chiarezza su quel concorso.
A conferma delle contestazioni avanzate dagli interessati, il 21 settembre inizierà un processo che vede imputati il presidente e la segreteria di una Commissione per falso in atto pubblico proprio in relazione all’espletamento della prova orale. Non pensa che il Ministero della pubblica Istruzione dovrebbe costituirsi parte civile?
Al di là degli aspetti tecnici, che ovviamente sono in capo all'ufficio legale del ministero dell'Istruzione, in un Governo di unità nazionale le sensibilità possono essere assai differenti e fare sintesi non è sempre facile. Tralasciando le singole vicende, su cui è giusto attendere la conclusione dei procedimenti, sarebbe ovviamente gravissimo l'accertamento di un eventuale dolo diffuso e sistematico nella procedura concorsuale. In quel caso il Ministero sarebbe chiamato a una presa di posizione forte e dirimente.
Si sente di esprimere una parola di speranza per tutti i docenti ammessi agli orali, che si sentono danneggiati e offesi per aver perso un concorso che avevano prima sognato, e poi meritato, di vincere?
Comprendo la frustrazione di chi è rimasto fuori dopo essersi preparato con grandi sacrifici e avere speso tante energie, ma li invito a non mollare sotto tutti i punti di vista: il mondo della scuola, mai come in questo momento così difficile, ha bisogno di persone competenti, valide e formate. Ci aspetta un periodo molto complesso e delicato in cui il contributo delle energie migliori del Paese sarà fondamentale. La comunità della scuola deve restare unita e dare l’esempio, come ha fatto in quest’ultimo anno e mezzo.
di Antonello Sette
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