Conte non ha preso le decisioni necessarie quando servivano. I danni sono irreparabili. E nell'impreparazione arriva la terza ondata.
“Manteniamo il nostro punto di vista: noi oggi siamo a un punto di crisi così acuto, espresso dal numero quotidiano dei morti, per una ragione di fondo, il fallimento di tutto il sistema Italia sia nel suo governo nazionale, sia per quello che riguarda molte Regioni. Nei primi due mesi (gennaio e febbraio) abbiamo combinato tutti gli errori possibili e immaginabili da parte del governo nazionale e di alcune Regioni (in primis la Lombardia, il Piemonte, la Liguria, mentre invece il Veneto è stato gestito ottimamente) con il decisivo concorso di quei geni dell'Assolombarda, per cui molti imprenditori sono andati su e giù tra Wuhan e la Lombardia senza alcun controllo e l'Assolombarda ha intimidito Conte e la Regione Lombardia per cui non si è fatta tempestivamente la zona rossa in Val Seriana, a Bergamo, a Brescia con la conseguente strage ben conosciuta. Poi siccome bisogna essere sempre obiettivi il 9 marzo Conte è diventato Churchill, e gliene va dato atto, perché ha fatto il lockdown, l'unica cosa davvero buona fatta dall'Italia in quei mesi mentre tutte le altre nazioni europee non avevano capito nulla e ci hanno anche attaccato, salvo poi essere costretti ad imitarci: di qui la leggenda sul modello Italia. I risultati ci sono stati e rilevanti. Da luglio in poi, però, ci siamo persi per strada e abbiamo perso tutti i vantaggi che avevamo ottenuti. Abbiamo ritenuto di aver risolto il problema. Molti italiani si sono tuffati in movide e in assembramenti vari. Dissennatamente le Regioni (in primis l'Emilia-Romagna e la Sardegna) hanno dato via libera addirittura alle discoteche. Nessuno ha contrastato seriamente queste follie (il presidente del Consiglio Conte e il ministro dell'Interno Lamorgese hanno brillato per il loro silenzio, ma gli errori si pagano: cosa c'è di più politico del ministero dell'Interno?). Così la Sardegna è diventata il centro del contagio, poi propagatosi per l'Italia. Daniela Santanchè, Flavio Briatore e specialmente il prof. Zangrillo sono stati i grandi sacerdoti che hanno officiato questa fase e Salvini, da parte sua, ci ha messo il timbro contestando anche l'uso delle mascherine. A sua volta a fine settembre Conte ha vestito le penne del pavone (giornali esteri ci hanno lodato, siamo stati bravissimi). Il poveretto non si è accorto che la situazione era già cambiata. A ottobre grazie anche a tutte le follie dell'estate e a quello che governo e Regioni non avevano fatto (trasporti urbani, tamponi, medicina di base, ristrutturazione ospedali, Mes) con la ripresa delle scuole e del lavoro la seconda ondata è partita. A nostro avviso, bisognava bloccarla dall'inizio facendo allora un lockdown un Po' più morbido, ma vero. Ma ciò sarebbe avvenuto se davvero Conte fosse Churchill, invece in autunno egli diventato una versione moderna di Mariano Rumor e si è messo a giocare con le Regioni perché fossero esse a sollecitare per le chiusure. Invece alcune Regioni hanno detto esattamente l'opposto. A complicare ulteriormente le cose c'è il fatto che la seconda ondata questa volta non ha risparmiato il Sud d'Italia. Il risultato di tutto ciò è quello di una serie di situazioni da terzo mondo, dalle file interminabili per i tamponi al fatto che le persone e le famiglie non hanno assistenza a casa, anzi tutti devono arrangiarsi da soli con danni incredibili. Allora adesso non ci si pub lamentare, a nostro avviso, del possibile Natale "rubato" perché è stata rubatala vita a circa 70.000 persone, di cui 260 medici, e questo furto, a dirla crudamente, è stato fatto sia dal governo, sia da un bel numero di Regioni. Nel frattempo si prepara se non c'è una durissima inversione di tendenza la terza ondata, mentre il caos sui vaccini anti-Covid assicurato: più Arcuri parla, più ne abbiamo la certezza. Allora, a nostro avviso, l'unico provvedimento non sensato, ma obbligato, sarebbe quello di prendere il coraggio a due mani e bloccare tutto dal 20 di questo di mese fino al 7 gennaio. Provvedimento impopolare e sotto alcuni aspetti iniquo? Certo, ma è meglio fare tutti i sacrifici una buona volta e non spezzettarli in una serie di mezze misure che provocano giuste opposizioni senza risolvere alla radice la questione del contagio. Purtroppo stiamo affrontando il corrispettivo della Terza Guerra Mondiale con la peggiore classe politica di governo e di opposizione.”