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Immagine del redattoreCarpe Diem Macchioni Communications

Fabrizio Cicchitto: l’Avvocatura di Stato su sollecitazione di chi ha agito?



Ma l’avvocatura dello Stato ha agito sua sponte, su sollecitazione del governo, o su sollecitazione del Csm?


Già la risposta all’interrogativo e’ di notevole rilievo. Francamente riteniamo impossibile che l’input venga dal governo perché allora ci troveremmo di fronte a un governo Draghi- Cartabia che farebbe due parti in commedia. Diverso certo sarebbe il discorso se si trattasse del governo precedente con premier Conte e ministro di giustizia Bonafede, cioè il duo giustizialista che con Travaglio compone sulle piazze il corrispettivo del triolescano. Siccome però rispetto a questa ipotesi c’è’ una sfasatura di tempi, rientriamo nelle altre. La più probabile e’ che il CSM - non essendosi dimesso come avrebbe dovuto - preso dalla disperazione di essere sommerso da una autentica valanga mediatica di attacchi, allora ha pregato in ginocchio l’avvocatura dello Stato perché prendesse le sue difese anzi passasse all’attacco: la minaccia di dover pagare un milione di euro serve almeno a bloccare eventuali emuli o imitatori di Palamara e Sallusti. Tutto ciò sarebbe materia dell’interrogazione di qualche solerte parlamentare. La questione infatti e’ di una gravità straordinaria, perché con questa iniziativa l’avvocatura dello Stato si è attribuita il ruolo di massimo censore e lo fa su una materia assolutamente indifendibile. O meglio: difendibile solo a prezzo di espellere il solo Palamara dalla magistratura, di silenziarlo e di bruciare il libro suo e di Sallusti. Per passaggi ulteriori chiedere al nipote di Goebbels come va trattata la materia.

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