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Immagine del redattoreCarpe Diem Macchioni Communications

Fabrizio Cicchitto: “La pandemia e l’invasione dell’Ucraina.”

Le tragedie del mondo contemporaneo. Per una prospettiva riformista, europeista, liberalsocialista.




Cicchitto, figura politica di spicco, e di lungo corso, identifica in queste due catastrofi, una naturale, una conflittuale, una sorta di unicum geopolitico. Il virus, originatosi nella Cina di Xi Jinping , la sciagurata invasione ai danni del popolo ucraino, aggredito con inaudita forza militare, senza ombra di dubbio. Due Paesi totalitari, dall’apparente volto politico comune. XI, che tramanda e rafforza il regime del Partito Comunista cinese, la Russia di Putin, la cui deriva, viene considerata dall’autore, decisamente influenzata dal revanscismo e dal sogno della “Grande Madre Russia” di memoria zarista, quindi imperialista. Poco a che fare con il bolscevismo, che con i suoi tanti difetti, manteneva comunque un atteggiamento più prudente, tranne i noti episodi della crisi dei missili stanziati a Cuba , con Kruscev al potere. Detto ciò, Cicchitto non risparmia, nella sua opera, severe critiche sulla gestione della pandemia, che non dimentichiamoci, vide l’Italia, immediatamente dopo la Cina, tra i Paesi più colpiti. L’altissimo numero dei morti (circa 170.000), l’assenza di un piano pandemico, le mascherine irreperibili. Cita a proposito, alcune note aziende, come la Ferrari, che già da tempo avevano fatto scorta dei necessari presidi medici, facendosi trovare pronte ad affrontare l’emergenza, per i suoi dipendenti, memori di quanto di grave era già capitato con l’infezione della Sars. Una emergenza gestita tra due governi, il Conte2 e quello di Draghi; e non lesina la stoccata, denunciando un’affrettato “libera tutti”, un abbassamento prematuro della guardia, purtroppo comprovato dall’aumento dei casi di questo ultimo periodo, che vede una recrudescenza della malattia, che sta di nuovo generando casi gravi e morti. Un crocevia della storia quindi, un nodo gordiano geopolitico, che ancora non si riesce a sciogliere. In tutto questo , sempre secondo l’ex forzista, le rappresetanze politiche italiane, annaspano, salviniani, meloniani, pentastellati, trincerati nel loro antieuropeismo, ed antiatlantismo, salvo virate (FDI) dell’ultimo momento. Ribadisce con forza, la Russia ha aggredito, l’Ucraina è stata aggredita, e và supportata, giustificando l’invio di armi e mezzi difensivi. Ne vale la salvaguardia dell’Europa stessa e dei valori post-bellici che hanno garantito comunque pace e bene sociale. Un libro da non perdere dunque, scritto con la consueta lucidità. Onorevole, il riformismo liberalsocialista, di cui da sempre si è fatto interprete, può essere una ricetta politica per uscire dal pericoloso declino socio-economico che l’Italia sta attraversando? Certamente, mi auspico maggiori investimenti nel settore manifatturiero, ma vi è necessariamente bisogno di aumentare gli stipendi meno cospicui procedendo ad esempio alla riduzione del cuneo fiscale, in maniera decisa. Vi sono forze in campo che possano incarnarlo? Lei ne vede? Io no, purtroppo. Aggiungo che l’ancora di salvataggio dovrà ancora essere Mario Draghi, pena un pericoloso stato di caos politico, dopo le elezioni del prossimo anno. A proposito, si è sempre espresso a favore del proporzionale puro, è ancora convinto? Si, perché l’attuale legge ha prodotto ben poco, guardi, PD, Lega, 5S, Forza Italia che appoggiano il governo Draghi, l’altro partito di centro destra, FDI, all’opposizione, cose astruse: tanto vale tornare ad un proporzionale puro, ognuno si vota il suo, ed il giorno dopo le elezioni ci si siede e si decide come e con chi stare. Due parole sulla Giustizia, visto il fallimento dei referendum. I referendum? Una cosa giusta, proposti però da un partito come la Lega, che è sempre stato giustizialista; non si possono poi delegare materie complesse come queste, ai cittadini che giustamente faticano a comprendere. Doveva e deve, pensarci il Parlamento. Rimango comunque un garantista. Onorevole, sono scorretto, le avevo detto che non lo avrei pubblicato, ma la domanda e la sua risposta, sono un fatto storico politico, e biografico Tra Riccardo Lombardi, Bettino Craxi, e Silvio Berlusconi, politicamente dove la riporterebbe il cuore? Beh, difficile paragonare questi tre personaggi, vissuti in epoche cosi diverse.... Vabbè se insiste... Riccardo Lombardi, deputato alla Costituente, partigiano e socialista, sarà sempre tra i ricordi della mia vita politica a me più cari. di Stefano Alessandrini


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