Nino Foti dell’ufficio di presidenza Noi con l’Italia e parlamentare di lungo corso, in un’intervista a Spraynews, evidenzia come il centrodestra sarebbe favorito se si andasse subito alle urne: “E’ ovvio che se si votasse tra due mesi non ci sarebbe possibilità di recupero per il centrosinistra”.
Ritiene che l’esperienza Draghi andrà avanti?
“Draghi ha fatto ciò che doveva. Vedo molto complicato rimettere il governo in piedi dopo le dichiarazioni dei leader dei due più grandi partiti di centrodestra. Il loro comunicato stampa non può essere ignorato. Nonostante le benevole accoglienze da parte di cittadini, amministratori e rappresentanti del mondo delle associazioni, secondo le regole della politica, sarà difficile che il premier uscente riaccetti. La forma, quindi, sfavorisce la conferma di Draghi, mentre nella sostanza può fare come tutti i politici, ovvero cambiare idea per concludere la legislatura”.
Come ritiene si sia comportato il centrodestra rispetto alla crisi politica?
“Mi sembra sia stato coerente. Non ha speculato come qualcuno dice. E’ ovvio che se si votasse tra due mesi non ci sarebbe possibilità di recupero per il centrosinistra. Ciò nonostante ha avuto un comportamento saggio e quindi non è da precludere alcuna via d’uscita alla crisi”.
Per la coalizione sarebbe meglio andare subito alle urne?
“Senza badare troppo a quanto scrivono i giornaloni che parlano di responsabilità, della possibilità che lo spread aumenti, resta la strada principale da perseguire. Lo strappo è avvenuto a causa di un altro partito di maggioranza, tra l’altro una forza di cui il Paese non aveva bisogno”.
Qualcuno teme che possano prevalere le divisioni all’interno del centrodestra e soprattutto che la leadership della Meloni non dia spazio ai soggetti minori…
“Siamo uniti! Dopo si sistema tutto. Ogni cosa andrà al suo posto dopo la vittoria. Non ci sono preclusioni nei confronti di nessuno, né fughe in avanti da parte della Meloni. La leader di Fratelli d’Italia vuole semplicemente elezioni subito e questo penso possa essere compatibile con ciò che dicono gli altri partiti della coalizione”.
I problemi, intanto, restano. Come sta affrontando la politica la questione Sud Italia?
“La vera sfida è l’attuazione del Pnrr. Ci sono difficoltà perché i centri di revisione che sono nazionali, regionali e in alcuni casi anche locali, necessitano di vigilanza, monitoraggio e altro. Questo ritengo sia motivo di preoccupazione”.
L’attuale fase di impasse soprattutto quando si discute di infrastrutture, non potrebbe creare rallentamenti?
“Stiamo parlando in molti casi di opere mai partite o che non partiranno a breve. Per fare l’Alta Velocità in Calabria, che andava realizzata parallelamente alla Milano-Roma e alla Roma-Napoli, solo per favorire una grande compagnia automobilistica, servono dodici anni. Oltre dieci anni, quindi, per costruire un’infrastruttura che servirà a risparmiare cinquanta minuti rispetto alla Roma-Reggio Calabria mi sembra fin troppo, anche perché ci sono progetti alternativi”.
A cosa fa riferimento?
Di Edoardo Sirignano
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