Ieri era il 16 febbraio, data di un anniversario importante: infatti proprio in questa data, nel 1979 Pierluigi Torregiani, gioielliere e orologiaio milanese, veniva ucciso davanti al suo negozio da una cellula dei Proletari armati per il comunismo (PAC). Per questo delitto è stato condannato in particolare Cesare Battisti, la cui lunga latitanza si è conclusa di recente e che ora si trova in carcere. Ieri, nel 43° anniversario di uno dei più conosciuti omicidi politici nella storia d’Italia, Rai Uno in prima serata ha trasmesso il film Ero in guerra ma non lo sapevo, che racconta proprio questa storia, ed ha goduto della collaborazione del figlio di Torreggiani, Alberto, rimasto paralizzato per le ferite riportate nell'attentato, ed autore del libro da cui il film è tratto. Un film che è stato prodotto, e fortemente voluto, da Luca Barbareschi, e che ha avuto un grandissimo successo di share. Ne siamo personalmente felici. Non solo, di più: vogliamo ringraziare e applaudire Barbareschi, ma anche Carlo Fuortes della Rai e Paolo Dal Brocco di Rai Cinema che hanno giocato un ruolo fondamentale nella produzione del film e nella sua trasmissione proprio in questa data, e ovviamente il regista Fabio Resinato e gli interpreti Francesco Montanari e Laura Chiatti, che si sono calati nelle parti con evidente impegno e passione. Perché è importante ricordare queste vittime, trattare questi temi. Detto da noi, credo che valga doppio: se una di noi due che firmiamo questo editoriale, il direttore di SprayNews Monica Macchioni, è una storica garantista, chi segue le cronache giudiziarie potrà ricordare che proprio l'altro, Umberto Baccolo, lo scorso anno, ha guidato lo sciopero della fame e la campagna, con dirette su Radio Radicale e articoli su Il Manifesto e Il Riformista, per far trasferire Cesare Battisti da un carcere dove si stava lasciando morire, a Rossano Calabro, isolato tra estremisti islamici in condizioni disumane e illegali, in un altro penitenziario, a Ferrara, dove, in alta sicurezza, potesse scontare la sua pena secondo i dettami della Costituzione. Alcuni ai tempi dissero che a fare ciò si era amici dei terroristi, che non si pensava alle vittime: niente di più falso. Noi condanniamo duramente le azioni di Battisti, e di chiunque abbia preso vite innocenti: non abbiamo simpatia per loro. Ma non crediamo che alla crudeltà si debba rispondere con crudeltà, al delitto col delitto. Noi crediamo invece che si debba fare quello che hanno fatto, e ribadiamo la nostra enorme gratitudine, la Rai e Barbareschi: ricordare, glorificare, omaggiare le vittime e i loro parenti, raccontare le loro storie ai giovani, portarli a capire. Questo rende loro onore, non torturare gli assassini, non la vendetta, ma la memoria del bene.
Di Umberto Baccolo (Consiglio Direttivo di Nessuno tocchi Caino) e Monica Macchioni (Direttore SprayNews).
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