“Se Palamara era santo prima, lo è ancora. Il centrodestra sia coerente e lo voti”
Zoccano ha letto il libro di Alessandro Sallusti, in cui l’ex Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Luca Palamara ha scoperchiato il vaso marcio del Sistema delle correnti, che si faceva gioco delle esigenze della giustizia, decidendo non solo le carriere dei magistrati, ma anche la promozione e addirittura l’esito di alcuni processi. E’ rimasto, come me, allibito? In molti sapevano, ma forse non fino a quel punto?
In tanti lo sospettavano. Forse lo sospettavamo tutti ma, vederlo scritto e leggerlo con dovizia di particolari, lascia sgomenti. Non si può assolutamente pensare che la giustizia sia retta nel modo che il libro ci fa scoprire. Il sospetto è ora certezza.
Hanno provato, e stanno ancora provando, a fare di Palamara l’unico capro espiatorio di un Sistema marcio, di cui è stato protagonista insieme a tanti altri e che peraltro, lui solo, ha avuto il coraggio di scoperchiare…
In Italia si diventa capri espiatori molto spesso sul nulla. Io credo sinceramente che Palamara abbia detto, se non altro, la verità. Una verità chiara e incontrovertibile. Perché, quindi, osteggiarlo in questa maniera? Se lo chiedono i cittadini, non solo la politica e gli addetti ai lavori. Si chiedono il perché di un accanimento contro una personalità, contro una persona che ha fatto bene il suo lavoro e ha semplicemente denunciato le cose che non vanno. Io stigmatizzo tutti quelli che gli vanno contro.
Come sa, Palamara vuole portare la sua denuncia anche in Parlamento e per questo si è candidato alle elezioni suppletive per la Camera nel collegio romano di Primavalle? Che cosa pensa personalmente di questa scelta e anche delle titubanze del centrodestra ad appoggiarlo. Un centrodestra che fino al giorno prima lo aveva portato in processione, al grido di “santo subito”?
Per i magistrati, per i medici e per qualsiasi cittadino scendere nel campo della politica è un’aspirazione comprensibile e legittima. Non capisco neppure perché debba crearsi un dibattito se sia giusto e legittimo che Palamara faccia questo passo. Non è solo un magistrato, ma anche un cittadino come gli altri. Se vuole entrare in politica ed esercitare l’attività parlamentare nell’esclusivo interesse della nazione, rispettando la Costituzione e le leggi, è una scelta che può solo qualificarlo come persona e come personaggio.
E sulle titubanze del centrodestra nell’appoggiare la sua candidatura?
Mi auguro sinceramente che sia solo un discorso legato a una all’interno scelta su più nomi. Non so, non trovandomi suo interno, che cosa muove l’intera coalizione di centrodestra nella scelta di appoggiare o meno la candidatura di Palamara. Certo è che, se era santo prima, deve essere santo anche adesso, se non altro per santa coerenza. Se così non è, me ne dispiaccio non poco.
Quella del centrodestra in favore della candidatura di Palamara sarebbe, quindi, per lei una scelta naturale, quasi obbligata?
Io credo proprio di sì. Dopodiché, come sa meglio di me, le dinamiche delle segreterie dei partiti noi le ignoriamo e, quindi, non sappiamo che cosa sottende questa scelta. Alla fine potremmo anche scoprire che la candidatura o la non candidatura avevano un senso politico compiuto, che ci era sfuggito. A mio avviso, però, santa coerenza vorrebbe che il santo restasse santo. Anche se si candida alle elezioni suppletive per la Camera dei Deputati nel collegio di Roma Primavalle.
di Antonello Sette
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