”Inviare armi all’Ucraina è una scelta necessaria. Tutto il resto è paura e ipocrisia”
Ettore Rosato, l’altro giorno un imbarazzato Matteo Salvini ha tentato di mascherare il suo passato sostegno a Vladimir Putin dicendo che anche Mario Draghi e Matteo Renzi l’avevano abbracciato. Non pensa che, in un momento drammatico come questo, ogni ambiguità andrebbe bandita?
In questo momento drammatico non serve fare nessuna polemica. Noi continuiamo a non farle. Continuiamo a dire che ci vogliono un Paese unito e un’Europa unita nel contrastare l’invasione sanguinosa e immotivata di uno Stato sovrano, che non ha alcuna giustificazione.
Le armi all’Ucraina sono state una scelta difficile e dolorosa, ma inevitabile?
Sono una scelta necessaria. Di fronte all’aggressione di cittadini inermi, che vogliono combattere per il loro Paese, solo paura e ipocrisia avrebbero consentito di non fare quello che abbiamo fatto.
L’aggressione di Putin non dimostra che, oggi più che mai, è necessario compiere ulteriori passi per l’unità europea, fino ad arrivare agli Stati Uniti d’Europa?
Assolutamente sì. Prima la pandemia e oggi, ancor di più, l’invasione dell’Ucraina, mostrano come sia importante un’Unione Europea, che sia sempre più federazione di Stati, con autonomia decisionale, politica estera ed esercito comuni.
Ci sono, a monte, responsabilità dell’Occidente rispetto a quello che sta accadendo?
Rispetto a un Paese, che bombarda gli asili e gli ospedali, ci mettiamo a cercare le responsabilità dell’Occidente? C’è un’aggressione sanguinosa in atto, ingiustificabile e ingiustificata. Putin ha progettato e programmato tutto questo da anni. Lo Stato fantoccio, che si chiama Bielorussia, ne è la dimostrazione tangibile.
L’abbraccio russo-cinese è una grande minaccia per l’umanità?
Speriamo che questo abbraccio non ci sia e dobbiamo lavorare perché non ci si arrivi mai. Una cosa è tutelare, in modo anche molto marcato, i propri interessi, un’altra cosa è aggredire i Paesi vicini, come ha fatto la Russia. Sono atteggiamenti e comportamenti non sovrapponibili.
di Antonello Sette
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