“Senza la Lega il governo Draghi sarebbe stato tutto sbilanciato a sinistra”
“Sono felice di essere passata alla Lega, il cuore pulsante del centrodestra”
“Alla Lega conveniva andare al voto. Ha sacrificato il proprio interesse per il bene del Paese”
“Una donna della politica ha il diritto di curare anche la propria immagine senza dover subire atteggiamenti sessisti”
Onorevole Ravetto, l’avevo lasciata a Forza Italia con Silvio Berlusconi. Ora la ritrovo più in forma che mai con la Lega di Matteo Salvini. E’ convinta della sua scelta? Non ha nostalgia di “Menomale che Silvio c’è”? Sono convintissima di questa scelta e sono veramente felice di essere stata accolta in Lega. Non pensa che l’avvento di Mario Draghi rappresenti la caporetto di una politica incapace di governare in proprio il Paese? No. Io penso che l’avvento di Draghi sia una scelta politica delle forze politiche che hanno messo l’interesse del Paese davanti a quelli di partito. Questo vale soprattutto per la Lega che, al contrario di altre forze politiche per cui Draghi era una scelta necessitata perché se si fosse andati al voto sarebbero sparite, aveva, invece, tutto l’interesse che la soluzione della crisi fosse il ricorso anticipato alle urne. Quando è stato evidente che questa via non era praticabile, la Lega non ha esitato ad anteporre il bene del Paese al proprio e a prodigarsi per assicurare il proprio appoggio a un governo, che altrimenti, sarebbe stato tutto sbilanciato a sinistra, con l’unica a variante dei soli tre ministri senza portafoglio di Forza Italia. La Lega è entrata a far parte, come del resto Forza Italia, del Governo Draghi. Giorgia Meloni e i suoi Fratelli d’Italia hanno invece scelto il ruolo dell’unica opposizione, dura e pura. Non teme uno smottamento di voti a favore del vostro principale alleato nel centro destra? Assolutamente no. Sono convinta che Matteo Salvini abbia fatto una scelta intelligente soprattutto per gli elettori di centrodestra perché è chiaro che la nostra presenza nel governo farà sì che molte delle loro istanze verranno accolte, al contrario di quanto sarebbe accaduto, se fossimo rimasti all’opposizione. Penso, ad esempio, a come verranno destinati i fondi del Recovery Plan e alle necessità di veicolarli verso le categorie di riferimento del centrodestra. Penso ai ristori e agli indennizzi su cui già sta lavorando il ministro del Turismo Massimo Garavaglia. E penso anche alla filosofia di questo governo, che la Lega ha già positivamente influenzato. Dallo stop al Codice Appalti alla riflessione sulla rottamazione delle cartelle esattoriali. Lei è felicemente sposata con Dario Ginefra, che è stato suo collega alla Camera per due legislature. Lei di Cuneo, lui di Bari. Lei della Lega, lui del Pd. Avete finalmente smesso di litigare con il governo del “tutti insieme appassionatamente”? In realtà no. Litighiamo ancora ferocemente, nonostante lui sia ora fuori dalla politica. Solo qualche giorno fa la proprietaria di un ristorante mi ha ricordato di quella volta che mi alzai dal tavolo e me ne andai. Stavamo discutendo di politica internazionale e di massimi sistemi, se non ricordo male. Naturalmente, sbollita la rabbia, sono tornata, come sempre, indietro. Discutiamo ancora. E’ un dibattito sempre aperto. E anche il nostro modo di migliorarci vicendevolmente. Sbirciando sui social, ho visto che lei non ha giustamente paura della sua bellezza e della sua femminilità. Ha tanti ammiratori. Le chiedo, però, se sia accettabile che nell’anno di grazia 2021, quando si vuol attaccare una donna che fa politica, si ricorra troppo spesso a gossip e aggressioni sessiste. E’ accaduto a lei con la vignetta sul Fatto. E’ accaduto in vari modi alle sue colleghe Mariarosaria Rossi e Renata Polverini, “colpevoli”, come lei, di aver abbandonato Forza Italia? Premetto che non mi sento minimamente in colpa, perché io non ho abbandonato il centrodestra. Sono rimasta saldamente nel centro destra e, anzi, ancora di più nel suo cuore pulsante, entrando nella Lega. Fatta questa necessaria premessa e detto che non so quanto io sia effettivamente bella, ma la ringrazio del complimento, il fatto che le donne possano valorizzare, oltre al cervello, anche la propria immagine non autorizza né legittima nessuno ad atteggiamenti sessisti o diffamatori nei loro confronti. Per quanto riguarda specificatamente le vignette, posso solo dirle che ho querelato il loro autore. Che cosa l’ha più fatta arrabbiare durante la sua esperienza politica? Credo di non essermi mai veramente arrabbiata. Mi viene in mente un momento di tensione, quando durante il governo Monti, io mi astenni sul Mes, in difformità dalle indicazioni del mio gruppo parlamentare. Se non ricordo male, l’altro a scostarsi dalla linea del Pdl fu Guido Crosetto, che espresse un voto addirittura contrario. Che cosa si augura Laura Ravetto per sé, per sua figlia e per questo martoriato Paese? Guardi, tutte le volte che discutiamo di Recovery Plan, io penso che i soldi, che arriveranno da qui a poco, siano i soldi che mia figlia, tutti i nostri figli e tutti i giovani di oggi dovranno restituire. Mi auguro che noi genitori, che facciamo politica, avremo tutti insieme la coscienza di veicolarli nel modo migliore per tutti i cittadini. Dobbiamo tutti insieme avere la consapevolezza della grande responsabilità che pesa sulle nostre spalle. E poi auguro a tutti noi di uscire dall’incubo di questo maledetto virus. E che il mondo si attrezzi in tutti i sensi, sia dal punto di vista farmacologico sia da quello del rispetto dell’ambiente per far sì che una sciagura di questa portata non si ripeta mai più. di Antonello Sette
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