Deputato di FacciamoECO nel Gruppo Misto della Camera, ex M5s e già Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. “Molti dirigenti grillini per salvarsi si affiderebbero anche a Chiara Ferragni”
“Grillo ci ha messo tre anni per capire che Conte non era il messia. Ora è tardi”
“Caro Beppe, un leader non si compra su Amazon senza leggere l’etichetta”
“Conte per molti grillini era il salvacondotto per una carriera eterna”
Beppe Grillo ha licenziato definitivamente Giuseppe Conte. Ha detto che non può risolvere i problemi del M5s perché non ha né visione politica né capacità manageriale. Si ritorna al Rousseau. Eppure per i Cinquestelle Conte sembrava l’uomo del destino, il messia venuto a salvarli. E invece l’unico dio sole resta Beppe Grillo…
Il paradosso è che Beppe Grillo se ne sia accorto adesso. Io non so se Giuseppe Conte sia inesperto e incapace. Certo è che non più tardi di quattro mesi fa il garante Beppe Grillo aveva detto che Conte era l’elevato che avrebbe avuto carta bianca per far risorgere il Movimento. Non si era mai preoccupato di provare a capire se fosse davvero la persona giusta e se avesse i valori e gli obiettivi giusti. Una forza politica mica può acquistare un leader su Amazon. Ora all’improvviso ci ripensano e dicono che si sono sbagliati. Dopo tre anni di governo, dopo averlo descritto come il salvatore della patria. E’ la prova del grande caos in cui versa il M5s che, preso dalla disperazione, è pronto ad affidarsi a chiunque, compreso a chi non ha nulla a che vedere con i propri valori originali. Giuseppe Conte non si è mai iscritto al Movimento. Credo che non ci sia un precedente storico in cui un leader di un partito viene preso altrove e non all’interno delle proprie strutture.
E’ la fine o un nuovo inizio?
Secondo me è una fine. Il M5s ha fatto troppi errori. Alcuni si giustificano, altri si possono comprendere, ma sono troppi e per giunta ravvicinati. Hanno fatto a capire a tutti che i Cinquestelle non sono un Movimento con una visione coerente. Inseguono i gossip e gli umori del momento, si affidano al vento che tira. Io ho sempre detto che Giuseppe Conte era molto lontano dai valori del Movimento, ma loro, pur di mettersi sotto l’ala protettiva di una figura popolare, si affiderebbero anche a Chiara Ferragni.
Forse però, abbaglio di Grillo a parte, Conte era il candidato ideale dell’attuale classe dirigente, che non si rassegna a perdere il proprio potere e gli si era aggrappata come a un salvagente…
Sicuramente Conte era l’uomo a cui i quadri dirigenti del Movimento guardavano con tanta speranza perché avrebbe portato consensi in grado far fare loro un altro giro sulla giostra. Avrebbe rimesso mano allo statuto e risolto la questione dei due mandati. Avrebbe garantito loro in prospettiva l’eterna partecipazione in politica. Conte sarebbe stato la loro potenziale ancora di salvezza, ma avrebbe nel contempo decretato la morte del M5s, che sarebbe diventato un partito come gli altri. Io, invece, continuo a credere che il valore del Movimento fosse quello di aver riportato la cittadinanza nelle istituzioni.
Capisco quello che dice ora Beppe Grillo, ma non posso giustificarlo, perché doveva capirlo non ora, ma qualche anno fa.
Quale è il problema di fondo? Perché i Cinquestelle si sono arenati nel pantano della politica reale? Tanti sogni, tanti ideali e poi in giacca e cravatta ancorati alle poltrone…
Guardi, il problema nasce perché ci troviamo al cospetto di tante persone che non hanno una vera visione politica. Si sono affidati a degli slogan e a delle figure carismatiche. Oggi Conte. Ieri Beppe Grillo. Non è un Movimento che nasce dal nulla. I movimenti che nascono dal nulla sono quelli incentrati su tematiche specifiche. Un Movimento, fondato da un miliardario con milioni di followers sui social e sul proprio profilo, non nasce dal nulla. E’ stata l’emanazione di una persona che aveva un potere mediatico incredibile. Credo che Grillo avesse l’ottavo blog più letto al mondo quando ha fondato il M5s. Non è un Movimento nato da ragazzi di periferia. Oggi in tanti hanno pensato di potersi affidare a Giuseppe Conte. Quella che è sempre loro mancata è una visione chiara. E dei valori altrettanto chiari. Ho visto molti quadri dirigenti contraddirsi nello spazio di un mattino, una volta arrivati al governo, senza un minimo di esitazione. E rinnegare nello stesso spazio effimero i propri principi. Devo supporre che quei principi non ce li avevano mai avuti. Molti di loro sono persone che potrebbero andare con l’estrema destra o con l’estrema sinistra. Potrebbero dire una cosa un giorno e esattamente la cosa opposta il giorno dopo. Questa credo sia stata la principale debolezza del Movimento: non aver costruito delle competenze basate su principi precisi, che è l’essenza di un’offerta politica. Conte, da questo punto di vista, non avrebbe risolto molto perché nessuno sa come la pensa. E’ una figura molto simpatica e popolare ma, se io le dovessi chiedere che cosa pensa su tutte le tematiche principali, dall’ambiente all’eutanasia, dai diritti delle persone omosessuali a tutte le altre problematiche del momento, lei avrebbe difficoltà anche solo a immaginare una risposta.
Lei li conosce bene. Riesce a immaginare che cosa ne sarà di loro?
La sua domanda mi mette in difficoltà. Credo non sia impossibile un’ennesima giravolta. Ci credo poco, ma Grillo potrebbe essere costretto a ripensarci. Grillo eventualmente lo farebbe con un altro post, questa volta scherzoso, magari con la busta del pane sulla testa. Lui è uno specialista delle giravolte più incredibili. Nulla si può escludere. Né una ripensamento di Grillo né una scissione parlamentare e, di conseguenza, una implosione del Movimento con Giuseppe Conte che prova a fare una sua lista. Anche se fra il dire e il fare c’è di mezzo molto mare. A meno di due anni dalle prossime elezioni, fare un partito senza una struttura preesistente non è facile. Anche il prode Conte incontrerà molte difficoltà sul suo cammino.
Che cosa salva dei Cinquestelle?
Dei Cinquestelle salvo l’esperienza di una grande partecipazione diffusa. La cosa più bella del M5s è stata la speranza che ha regalato ai cittadini di poter essere in prima persona protagonisti della storia del loro Paese.
E delle persone?
Ci sono molte persone da salvare. Io penso che il Presidente della Camera Roberto Fico sia, insieme con Alessandro Di Battista, una delle persone ancora legate ai valori iniziale del Movimento. Mi dispiace che non siano stati più coraggiosi e più forti nel prendere delle posizioni nette non alla fine del percorso, ma quando il percorso cominciava a deragliare. Nel 2018 e nel 2019 tutti i nodi, che sono venuti al pettine ora, erano già evidenti. Penso anche alla mia uscita dal Movimento. Mi dispiace che queste persone non siano intervenute in quel momento per dire no. Per dire forte e chiaro: “Queste cose non si fanno”. Hanno aspettato due anni per cominciare a parlare. Un ritardo che ha fatto male al Movimento e anche a loro stessi.
di Antonello Sette
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