Intervista esclusiva di Umberto Baccolo a Irene Testa, tesoriere del Partito Radicale, sui Referendum Giustizia
Cara Irene, come commentate l'approvazione di 5 dei 6 quesiti del referendum sulla Giustizia giusta, da voi ideato e promosso assieme alla Lega?
Positivamente per quanto riguarda i quesiti ammessi. Attendiamo le motivazioni su quello non ammesso, la responsabilità civile dei magistrati. Non so come la Corte potrà tradurre quanto affermato dal Presidente Amato secondo il quale il quesito è inammissibile perché è innovativo: il prodotto di tutti i quesiti è innovativo!
Noi abbiamo scritto i quesiti tenendo conto della giurisprudenza della Corte, che abbiamo sempre contestato perché finalizzata a impedire il voto referendario, e fino a quando non cambierà, qualsiasi quesito che non tolga degli incostituzionali paletti messi dalla Corte, la Corte lo dichiarerà incostituzionale. E’ la rappresentazione ultima del regime italiano.
Riguardo il quesito che non è passato, concordate con chi dice che sia una scelta politica, allo stesso modo delle bocciature a eutanasia e cannabis, per non far raggiungere il quorum togliendo i temi più popolari?
Le scelte della Corte costituzionale hanno tutte un fondo politico. D’altronde, dei quindici membri, cinque sono scelti dal Parlamento, cinque dal Presidente della Repubblica, che è eletto dal Parlamento, e cinque dalla magistratura.
Noi riteniamo che il quorum ci sarà solo se i cittadini saranno informati e se ci sarà dibattito, altrimenti non andranno a votare, quesito popolare o meno. Tant’è che alle ultime elezioni sono riusciti a far restare a casa la metà dei cittadini, che ormai non votano nemmeno per eleggere chi deciderà del loro futuro.
Come prosegue ora quindi la vostra battaglia?
C’è da fare la campagna referendaria che è innanzitutto campagna per strappare spazi di informazione, insomma vogliamo che gli organi di informazione rispettino il diritto dei cittadini ad essere informati e non lo violino condizionandoli.
Accompagneremo questo con una serie di proposte di legge, la prima delle quali è per l’introduzione della responsabilità civile dei magistrati!
A chi è contro l’uso dello strumento referendario giova ricordare quanto disse Costantino Mortati, uno dei padri costituenti, a chi al tempo formulava simili obiezioni, cioè che ci sarebbero stati raramente referendum “quanto più ricca di mezzi di espressione e di informazione divenga la vita politica di una nazione, ed altresì quanto più salda, bene articolata e armonicamente collegata con l’opinione pubblica del Paese sia l’ossatura dei partiti e ristretto il loro numero”. Che è la nostra critica a questo regime.
Grazie Irene, soprattutto per il vostro importante lavoro, e in bocca al lupo. Io, che della mia tessera del Partito Radicale sono molto fiero, andrò a votare i vostri quesiti ovviamente.
Di Umberto Baccolo.
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