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Immagine del redattoreEdoardo Sirignano

Kaspar Capparoni si candida: “La politica è simile alla fiction, è finzione”




Dopo tanti anni di grande e piccolo schermo, perché ha scelto di candidarsi a consigliere in un piccolo comune?


“Sono sempre stato lontano dalla politica. Da quando, però, mi sono trasferito a Cerveteri, una vera e propria scelta di vita, ho notato dopo 14 anni che diverse erano le cose che non funzionavano. Varie volte sono venute persone per cercare di coinvolgermi in modo attivo, ma svolgendo un mestiere particolare ho cercato di tenermi lontano dalle varie diatribe, dai partiti, dalle bandiere. Questa volta, però, siccome era in campo una lista civica e soprattutto mi convinceva un progetto ho ritenuto non restare più in disparte, anche perché soprattutto dal punto di vista culturale ritengo di poter dare un contributo alla comunità”.


Come intende darlo?


“Molti vedono la cultura come qualcosa di occasionale. In realtà è una voce importante dell’economia. Servirebbe un approccio diverso”.


Ha mai avuto qualche simpatia per un partito o leader?


“Senza dubbio. Ognuno di noi ha la propria idea, anche se considerando il lavoro che faccio, non ho ritenuto giusto mai esternarla. Ho sempre avuto molta stima per diversi personaggi politici, tra cui Berlinguer. Allo stato modo apprezzo oggi Giorgia Meloni. Non bado molto ai colori, ma a chi mi trasmette sensazioni positive”.


Ha mai incontrato Giorgia Meloni?


“La conosco, come altri leader, con cui ho avuto modo di parlare. Questo, comunque, non significa che abbia aderito a nessun partito. Non ho tessere. Faccio parte di una lista civica che è appoggiata da diverse forze, tra cui Fratelli d’Italia. All’interno di questa compagine, però, ci sono anche elementi di Forza Italia, Italia Viva, nonché persone con una militanza di sinistra. Stiamo sposando un’idea di innovazione che va oltre i partiti. Cercheremo, pertanto, di non essere solo uno slogan. Altrimenti saremo una delusione per chi crede in un progetto”.


In questi giorni di campagna elettorale ha notato qualche similitudine tra chi amministra e chi invece si occupa di cinema?



Cosa non ha funzionato, soprattutto in ambito turistico, in Italia?


“Tantissimo e lo dico con profonda tristezza. Si è pensato troppo alle sovvenzioni e poco a un progetto. Esiste una profonda differenza tra incentivare e sovvenzionare. L’arte può vivere da sola. Bisogna, però, creare i presupposti affinché sia libera e non venga invece portata per mano. Mancano quelle potenzialità indispensabili, in Italia come a Cerveteri, per affacciarsi a un mercato estero. Non siamo, purtroppo, all’altezza. Serve soprattutto un cambio di mentalità”.


Cosa può fare in tal senso un amministratore di una piccola comunità?


“C’è molto da fare. Abbiamo la necropoli più grande del mondo, che non tanti conoscono sebbene sia patrimonio dell’Unesco. Stiamo parlando di un patrimonio abbandonato a sé stesso, in cui non si organizzano iniziative. Qui mancano le strutture, il teatro. C’è da fare tutto. Ho, quindi, la volontà e la capacità di organizzare un lato rimasto oscuro a queste latitudini. Credo nel progetto di Moscherini, manager amministrativo vero e non improvvisatore di turno. E’ un uomo del fare, apprezzato appunto per le sue competenze in materia di sviluppo. L’opportunità deve essere sfruttata. Spero che le persone possano comprenderla e dare una svolta”.


Questa parentesi politica, qualunque sia il risultato, avrà qualche effetto sulla carriera professionale dell’attore?


“Spero che l’esito delle elezioni sia quello auspicato. Non è detto, comunque, che debba stravolgere la mia attività. Abbiamo sempre cercato di ottimizzare il tutto”.


Per quanto riguarda il lavoro, c’è già qualcosa in programma?


“Sto preparando dei lavori in teatro, nonché sto recuperando dei vecchi progetti che avevo in mente come regia. Per il resto sarò sul pezzo. Molto dipenderà da cosa accadrà il 12 giugno. Se vinceremo non avrò la totalità del tempo da dedicare alla professione. Dovrò dedicarmi alle incombenze comunali. Al momento, altresì, da scaramantico, me ne sto tranquillo e continuo a fare la mia solita vita”.


Di Edoardo Sirignano

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