Giovedì 22 aprile, ore 17.30, il secondo incontro di presentazione del doppio volume dedicato
ai Presidenti fondatori di Assindustria Venetocentro, Finco e Piovesana edito da Marsilio
con il contributo di Intesa Sanpaolo. Prefazione di Carlo Bonomi, introduzione di Dario Di Vico
L’AVVENTURA IMPRENDITORIALE E ASSOCIATIVA DI MASSIMO FINCO NEL VOLUME DI ALBERTO BEGGIOLINI
Bonomi: «è la più autentica cultura d’impresa, a cui attingere per il rilancio del nostro Paese».
Destro: «Un esempio per chi si impegna per il bene comune, per trovare insieme un nuovo inizio»
(Padova-Treviso - 20.04.2021) - Raccontare chi fa impresa, soprattutto in terra nordestina, significa concorrere a un grande affresco che rappresenta non solo una persona, ma anche una comunità, un territorio e per molti versi un intero Paese. è questo il senso del racconto di vita, imprenditoriale e associativo di Massimo Finco, Presidente e Amministratore Delegato di Officine Facco SpA - quartier generale a Campo San Martino (PD), presente in più di 70 Paesi del mondo - che dalla guida dei metalmeccanici del Veneto alla presidenza di Confindustria Padova nel 2015, approda nel 2018 all’esito visionario, unitario e d’area vasta di Assindustria Venetocentro, insieme a Unindustria Treviso guidata da Maria Cristina Piovesana. Il libro, uscito nelle scorse settimane, L’impresa è comunità. Nessuno si salva da solo, a cura di Alberto Beggiolini, edito da Marsilio con il sostegno di Intesa Sanpaolo, distilla questa storia di ‘straordinaria normalità’ del Nordest, come pure il volume ‘gemello’, Una speranza chiamata impresa dedicato a Maria Cristina Piovesana, dello stesso autore per i tipi di Marsilio.
L’impresa è comunità. Nessuno si salva da solo sarà presentato, online su piattaforma Zoom, giovedì 22 aprile, alle ore 17.30, nell’ambito delle attività della Biblioteca d’Impresa di Assindustria Venetocentro a Palazzo Giacomelli a Treviso. Con lo stesso Massimo Finco, interverranno l’autore Alberto Beggiolini, il Presidente di Assindustria Venetocentro Leopoldo Destro, Paolo Giopp già Direttore di Confindustria Padova, e Renzo Simonato, Responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo. La prefazione al libro è del Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, l’introduzione di Dario Di Vico, giornalista ed editorialista del Corriere della Sera.
«Rinnovo innanzitutto il grazie forte e sentito a Massimo Finco e a Maria Cristina Piovesana - dichiara il Presidente di Assindustria Venetocentro, Leopoldo Destro - di cui ho raccolto l’importante testimone, alla loro passione, coraggio e visione unitaria che precorrendo i tempi ha permesso di creare una grande Associazione con un modello innovativo d’area vasta, che supera i confini tradizionali e che rafforza la rappresentanza delle nostre imprese e del nostro territorio. è importante che questa esperienza, che è anche un lascito ideale, sia raccolta in due volumi, dalla lettura avvincente e stimolante grazie alla penna di Alberto Beggiolini, che arricchiscono la Biblioteca d’Impresa di Assindustria Venetocentro e si propongono quale esempio per chi si impegna nel ‘servizio civile’ associativo, nelle imprese e nella società, con un’idea di bene comune e di crescita sostenibile che hanno trovato nuova forza nell’emergenza pandemica e sono la strada per trovare insieme un nuovo inizio».
«Un grande sistema associativo, il nostro - scrive il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi nella prefazione - che trae la sua forza dall’impegno volontario e disinteressato di imprenditrici e imprenditori che in ogni parte d’Italia sono animati dalla volontà di migliorare non solo se stessi e le proprie imprese, ma anche e soprattutto le proprie comunità e, attraverso di esse, il loro Paese. Mi riferisco a quello spirito solidale che ho ritrovato tanto nel titolo scelto da Maria Cristina Piovesana, “Una speranza chiamata impresa - Più uniti per competere”, quanto in quello voluto da Massimo Finco, “L’impresa è comunità - Nessuno si salva da solo”. Titoli evocativi che esprimono la forza e la tensione ideale di un vero e proprio manifesto programmatico nel quale come presidente di Confindustria mi riconosco appieno. Un modo di essere che ci ricorda implicitamente il valore individuale, sociale ed economico del lavoro. Penso a quella attività concreta, che dà senso e riscatta la vita di ogni persona, nella quale si manifestano e si praticano la creatività, la disciplina, il senso del dovere e l’onestà che sta alla base di ogni relazione sociale. È questa la più autentica cultura d’impresa, quella che sa rinnovarsi, che sa interpretare il mondo che cambia e che riesce a infondere speranza a tutte le persone che coinvolge. Quella stessa cultura alla quale siamo chiamati ad attingere per avviare il rilancio del nostro Paese, premessa indispensabile per costruire il futuro di tutti, nessuno escluso».
«Si può dire tranquillamente che il laboratorio Nordest non chiude mai - così Dario Di Vico nell’introduzione -. Nonostante da più parti affiori ciclicamente la tentazione di considerare la straordinaria stagione dell’imprenditoria veneta come qualcosa da consegnare solo agli archivi, la realtà delle imprese di questo territorio è così ricca che si impara sempre qualcosa. (…). È in questo ordine di idee che mi piace collocare l’esperienza delle associazioni confindustriali di Padova e Treviso. Sicuramente non si è trattato di un puro fatto organizzativo, di una razionalizzazione dell’esistente ma sin dall’assemblea di ratifica della fusione quel riferimento al nuovo triangolo industriale conteneva spunti di progettualità. Tendeva a collocare una best practice di per sé funzionale dentro le trasformazioni della geografia produttiva, dentro l’economia dei flussi, dentro la ricerca di nuovi parametri di sviluppo e crescita imprenditoriale».
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