Si è dato il via lo scorso 22 marzo 2022, alle iniziative che intende promuovere l’associazione “La Colomba della civiltà” – all’interno “dell’Alba del terzo millennio” fondata da Sara Iannone Arcioni. Obiettivo è affrontare tematiche di forte impatto sociale, attraverso interventi delle personalità che hanno ricevuto il “Premio della colomba della civiltà”. Il primo incontro, svoltosi a Roma a Palazzo Ferrajoli, è stato incentrato su “Il conflitto tra Russia e Ucraina e le conseguenze Internazionali e per l’Italia”. Ha introdotto l’argomento l’Ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo, già Segretario Generale ad interim della Nato. Il Generale Salvatore Farina, già Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, ha invece fornito un contributo incentrato sulla strategia militare del conflitto.
L’Ambasciatore Minuto Rizzo ha illustrato le origini della Nato, alleanza difensiva fondata nel 1949 con un trattato firmato da 12 Paesi tra cui l’Italia. Oggi l’Alleanza, arrivata a contare 30 membri, ha una struttura molto efficiente di tipo politico/militare (e non viceversa). Ciò significa che le decisioni sono politiche, pur essendoci molto rispetto anche per i pareri degli organismi militari. L’Ambasciatore ha poi proseguito ripercorrendo la storia della genesi della Russia, dall’arrivo di Gorbaciov, nell’1985, che introdusse il complesso di riforme politico-sociali ed economiche noto con il nome di Perestroika. Nel 1991 l’Unione Sovietica si sciolse dando origine alla Repubblica Federale Russa con una scelta che fu autonoma, fatta dall’interno. Ogni nazionalità riprese così il controllo della propria Patria storica.
L’Ucraina divenne indipendente e nel 1994 ci fu un successivo accordo tra l’Ucraina e la Russia in cui i primi consegnarono le proprie testate nucleari in cambio del riconoscimento da parte della Russia della intangibilità delle frontiere e il rispetto del territorio. Analogo accordo fu stipulato con la NATO, ma con l’allargamento dell’Alleanza anche ai Paesi Baltici e alla Polonia, gli equilibri cambiarono.
La Tesi di Putin, che ha portato al conflitto, è che la Russia non può accettare una condizione politica in cui si sente stretta nei suoi confini con il rischio di presenza di armi di distruzioni di massa in territorio ucraino. Nessuno si aspettava questa guerra, gli americani invece attraverso la loro intelligence, basandosi sull’osservazione e sulla tecnologia, avevano previsto l’aggressione. Oggi lato Russia si è messo in moto un sentimento nazionalista, dall’altro canto l’Ucraina ha scoperto una vera individualità nazionale, per cui l’integrità territoriale è incedibile. Raggiungere l’accordo non è dunque semplice.
Il Generale Salvatore Farina ha spiegato come tra i paesi della NATO, situati ai confininord est con la Russia, ci fosse già la percezione di un allarme per la sicurezza. Già nel 2016 infatti iniziarono i colloqui con la richiesta di una presenza di solidarietà e invio di truppe nei Paesi Baltici e in Polonia, essendo già avvenuta l’occupazione della Crimea. L’anelito dell’Ucraina verso la libertà e la democrazia, il desiderio dell’ingresso nella NATO, è stato accentuato anche nel vedere che la vicina Polonia ha fatto molti progressi in ambito sociale ed economico, da quando è entrata nell’alleanza. La leadership russa non poteva quindi permettere che un eventuale ulteriore Paese entrasse nella Nato.
C’è stato un calcolo sbagliato da parte dell’intelligence Russa che si attendeva una veloce resa. Il sentimento del popolo Ucraino, che è identificato in una comunità e in valori comuni, è stato invece molto forte innescando la resistenza. Dal punto di vista militare, comparando le forze, il rapporto tra Russia e Ucraina, è improponibile, per cui è certo che la Russia non abbia utilizzato finora tutti i propri mezzi.
La resistenza del popolo allontana la possibilità di conquistare un Paese vasto come l’Ucraina. La Russia potrà però riuscire purtroppo a fare stragi umane commettendo atti in contrasto con il diritto internazionale e compiendo crimini di guerra inclusa la deportazione. L’Europa può fare la sua parte, dando priorità su tutto alla sicurezza della propria popolazione, attraverso la diplomazie e il dialogo, a cui è chiamata anche la Cina insieme a India e Turchia, per raggiungere quanto prima un cessate il fuoco.
Al termine della conferenza vi è stato spazio per un question time guidato dal Consigliere Luigi Tivelli cui sono intervenuti anche il Presidente onorario del Consiglio di Stato Corrado Calabrò, il Magnifico Rettore emerito della Sapienza prof. Eugenio Gaudio, il professore della Sapienza Mario Morcellini Laura Comi, Stefano Crisci.
Tra gli ospiti in sala anche l’Avvocato Generale dello Stato Ignazio Francesco Caramazza, la giornalista Ester Campese, Rosa Altavilla, il Past Governatore Rotary Giambattista Mollicone, l’amministratore delegato di Consap Prof. Vincenzo Sanasi D’Arpe, i Marchesi Giuseppe Ferrajoli, Emilio della Fontanazza, Riccardo Bramante, l’attore Vincenzo Bocciarelli, il P.pe Guglielmo Marconi Giovanelli.
di Ester Campese
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