In materia energetica, ormai in Italia abbiamo troppi stregoni convinti di essere esperti. Il dibattito sulla fissione nucleare è surreale: si va avanti a slogan, non si parla di fattibilità né di costi e sostenibilità. I novelli nuclearisti parlano più per posizionarsi politicamente che per risolvere i problemi energetici del Paese.
Soprattutto, si continua a parlare di una tecnologia controversa e superata come la fissione nucleare, su cui peraltro c’è l’evidente contrarietà degli italiani, che piaccia o meno.
È molto più serio - in questo campo - affidarsi a chi con esperienza e competenza, come l’Eni e il Mit di Boston, sta lavorando allo sviluppo della fonte energetica più promettente, pulita e stabile che possa esistere: la fusione. Replicare la produzione di energia che avviene nel Sole e nelle stelle non è più una prospettiva lontana, se come ha annunciato il presidente Eni De Scalzi potremo avere il primo prototipo entro il 2025 e il primo generatore operativo entro il 2030. Io mi fido più di De Scalzi e del Mit di Boston che degli stregoni della politica nostrana.
Lavoriamo dunque per la fusione, sosteniamo finanziariamente la ricerca e creiamo le condizioni politiche per un confronto sano e pragmatico con l’opinione pubblica. Insieme all’idrogeno, è la grande prospettiva del nostro futuro. Andare invece avanti a slogan sul nucleare, solo per “sfidare” il governo o altri partiti, non risolve i problemi di approvvigionamento energetico dell’Italia.
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