Le oscillazioni del tasso di cambio euro/dollaro continueranno ad agitare le acque dei mercati e ad avere effetti negativi sull’economia europea. Per questa ragione, non è più rinviabile un intervento di sostegno alle imprese, non solo energivore, colpite dal deprezzamento dell’euro, che rende più costoso l’acquisto di materie prime. Proponiamo di intervenire abbassando il costo del lavoro o con la CIGS.
Dalla metà del 2021, l’euro ha perso circa il 16 per cento sul dollaro a causa di pandemia e guerra. Secondo alcuni il problema è relativo perché in realtà esportazioni, investimenti esteri e turismo sono favoriti dal dollaro forte. Tuttavia, non si può ignorare gran parte della manifattura che sta soffrendo il rialzo delle materie prime. Per questa occorrono misure di compensazione e aiuto proporzionali al potere d’acquisto perduto.
Inoltre, la BCE non dovrebbe ulteriormente ritoccare al rialzo i tassi di interesse. Come ha osservato Giavazzi, l'attuale inflazione é causata da fattori esogeni per cui un intervento restrittivo di politica monetaria risulterebbe sterile e avrebbe solo effetti negativi sulla produzione.
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