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Luca Palamara intervista a 'Il Giornale': Da radiato a candidato

«Da radiato a candidato Vi spiego perché ora sono sceso in campo» L’ex toga cerca un seggio coi Radicali: «Conosco il sistema giustizia, lo cambierò»




Dottor Palamara, voglio essere brutale: come si può passare da radiato dalla magistratura, sotto processo per corruzione, a deputato in parlamento con la candidatura alle suppletive di Roma? «Capovolgerei la domanda: se il problema è essere sottoposto a processo questo rinnega tutto quello che è sempre stato sostenuto soprattutto da una parte politica. Posso essere onesto e rinviato a giudizio, i fatti sono tutti da accertare» Lei allude al garantismo del centrodestra, eppure la coalizione ha scelto un altro candidato, Pasquale Calzetta di Fi. «I partiti fanno il loro gioco, seguono schemi tradizionali. Nel mio caso la decisione è stata presa dai vertici, come nelle nostre correnti, seguendo indicazioni di cosiddetti “consigliori” più attenti agli interessi di parte che a quelli della base. Ma la storia insegna che non sempre le indicazioni dei vertici vengono seguite dagli elettori» Insomma lei spera in un voto non ideologico e sganciato dai partiti. «Di elezioni ne ho fatte tante, un po’ di esperienza ce l’ho. In magistratura si dice: “Dammi la terna”. Il 3 ottobre gli elettori avranno tre schede e io conto che decidano con la loro testa e non per disciplina di partito di sbarrare il mio nome sulla scheda rosa» Perché un elettore del collegio uninominale di Primavalle dovrebbe votare per lei? «Perché la mia candidatura tematica, sulla riforma della giustizia, nasce dal basso, dall’ascolto di tanta gente che affollava le presentazioni del libro scritto con Sallusti “Il Sistema” e mi diceva: “Vai avanti”. Quando ho deciso di candidarmi e di appoggiare i referendum attorno a me c’è stato un grande attivismo, dimostrato nella raccolta di firme in piena estate. Tutti cittadini motivati contro il degrado di un sistema che imbriglia la giustizia, convinti che per cambiare è meglio affidarsi a chi certi meccanismi li ha vissuti direttamente e li conosce bene. Forse, però, il tema della giustizia spaventa molto i partiti, per gli effetti collaterali che può avere una riforma e, al di là dei proclami, in realtà si preferisce asseconda[1]re il sistema, lasciarlo com’è». A sinistra è difficile che la appoggino, dopo che ha scoperchiato il vaso di Pandora delle trame soprattutto delle toghe rosse, ma dal centrodestra, dopo un primo interesse della Lega, è venuto il no di Fi con il vicepresidente Tajani e il coordinatore Gasparri è stato molto duro, dicendo che lei rappresenta ciò che nella giustizia il suo partito combatte e che i “pentiti” si ascoltano ma non gli si offre un seggio. «Il mio impegno è di verità e chiarezza. Ricordo a tutti che la nostra Costituzione attribuisce il diritto di voto ai cittadini, non ai partiti. Se i vertici non mostrano coerenza, io mi appello direttamente ai tanti militanti dei partiti che mi hanno creduto e appoggiato e che sapranno riconoscere che ora continuo il mio racconto in una linea di coerenza. Tante presentazioni del mio libro sono state organizzate da esponenti dei partiti che ora non mi appoggiano ed erano affollate da attivisti di centrodestra interessati ad una vicenda che ha condizionato il corso della politica. Io mi rivolgo alla parte garantista del Paese e mi presento con una lista autonoma, che ha un solo nome e nessun referente politico» In questo collegio l’ultima volta ha vinto il M5s, che ora non presenta un candidato. Pensa di pescare tra i grillini delusi? «Il mio racconto sul sistema giustizia interessa tanti cittadini dei più svariati colori politici. Anche elettori che hanno votato il M5s e che vedono nel mio percorso dal basso molte analogie col percorso di nascita del movimento e che ora non ci credono più, che hanno voglia di comprendere e far cambiare le cose. Io mi rivolgo a tutti. Soprattutto quelli convinti che in parlamento la mia esperienza serva a dare forza al cambiamento della giustizia». Questo distanziamento elettorale dei 5S potrebbe pesare anche sulla ricandidatura della Raggi? «Questo lo vedremo cammin facendo, per ora io sono concentrato sugli incontri con la gente del collegio, da Primavalle a Corviale e sui loro problemi che vanno capiti e portati all’attenzione pubblica. Già aver acceso un riflettore su quel collegio per me è un ottimo risultato».


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