«Non silenziano soltanto il leader Usa: anch’io bloccato da Facebook E sono comunista»
“Non capita mica soltanto a Trump. «Su Facebook mi hanno bloccato l’account per 30 giorni, rimosso un post e parzialmente oscurato la pagina, minacciando di bannarmi per sempre», protesta Marco Rizzo, 61 anni, segretario del Partito comunista («figlio di Armando, operaio Fiat»), silenziato dal social di Zuckerberg e pure da Instagram come un pericoloso complottista QAnon all’assalto del Congresso americano. Che c’era scritto nel post censurato su FB? «Una sacrosanta verità: “Quando fu costruito il golpe in Ucraina era il popolo che si ribellava alla dittatura, ora che tocca agli americani li chiamano eversivi”. E dopo mezzora mi sono trovato con la pagina listata di rosso». Colore che stavolta non le ha fatto piacere. «No, perché segnala i contenuti violenti, a rischio cancellazione perenne. Ma io non ho mica invitato a picchiare le nonne, non ho istigato all’odio. Sarà colpa della foto che ho allegato, quella dello sciamano Jake Angeli dentro Capitol Hill con le corna di bisonte, che comunque resterà nella Storia. L’occhiuto algoritmo ha colpito anche me». Oscurandola ai suoi 59.253 seguaci su Fb. «La mia pagina al momento è lentissima ed è finita in una sorta di lista nera. Assurdo. Che piaccia o no, io sono il segretario di un partito politico che alle europee del 2019 ha preso 250 mila voti, sono stato quattro volte deputato, anche se lo so che fare il comunista oggi è come cercare di vendere ghiaccio al Polo Nord. E poche ore dopo ci si è messa anche Instagram». Altro taglio? «Hanno rimosso il post in cui denunciavo la censura subita con la motivazione grottesca di “violenza o organizzazioni pericolose”. Io?». I social, in quanto privati, decidono chi ospitare. «Qui però non parliamo di uno che pretende di entrare in piscina senza cuffia o in palestra con gli scarponi. Ormai la politica gira sui social, se non ci sei non esisti, però devi attenerti al pensiero dominante. Eppure la libertà di opinione è una garanzia costituzionale, anzi ci vorrebbe la par condicio, come in tv». Un comunista che difende Trump il capitalista? «Ma va, io sono filosovietico e penso che Trump sia stato il Kruscev americano. Però se ai tempi il New York Times avesse cancellato John Kennedy, un minuto dopo la Cia gli avrebbe sigillato le rotative. Trump invece è stato silenziato in piena campagna elettorale. Queste mega-aziende della Silicon Valley hanno un potere incontrastato, anche di palese intimidazione. Ci vorrebbe un’authority sulla Rete, altrimenti è finita."
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