Sara Iannone, presidente dell’associazione culturale “L’Alba del Terzo Millennio”, in un’intervista a Spraynews, parla del futuro del premio “Le Ragioni della Nuova Politica”, giunto alla 18esima edizione e tenutosi nella splendida Sala Vanvitelli dell’Avvocatura Generale dello Stato con il patrocinio di Senato, Camera, Regione Lazio e Roma Capitale.
L’iniziativa, pur passando gli anni, resta sempre un successo. Perché?
«Stiamo parlando di un premio che si tiene dal 1996, che ha una storia, una valenza. Sono oltre 120 i premiati scelti da un illustre comitato guidato da Gianni Letta. Pur avendo saltato la scorsa edizione, a causa della pandemia, posso dire che quest’anno, come i precedenti, non poteva che essere un successo. In particolare, durante l’attuale edizione le donne hanno svolto un ruolo centrale, considerando che hanno ricevuto il riconoscimento profili del calibro di Elisabetta Belloni, direttore generale Dis e di Roberta Garibaldi, amministratore delegato Enit».
Quale il premio che ritiene più significativo dell’edizione 2021?
«Ogni edizione, così come ogni premiato, assume un valore speciale. Tra le diverse personalità, ad esempio, quando il comitato ha scelto Paolo Nespoli, l’astronauta, non era sulla terra, ma in orbita. Dopo sei mesi è rientrato proprio a ridosso dell’evento».
(in foto Elisabetta Belloni, Gabriella Palmieri Sandulli, Sara Iannone)
Per il prossimo anno avete già deciso a chi consegnare il bassorilievo in bronzo ideato dal maestro Robazza e offerto dalla fondazione Di Paolo?
«Ci sono alcuni nomi che il comitato promotore ha già individuato, ma ovviamente non si possono fare anticipazioni, considerando che come prassi le faremo solo il prossimo anno a margine della cerimonia».
Uno spazio sarà dato anche a chi combatte la pandemia?
«Tutto il mondo sanitario, aldilà del pensiero di ciascuno, andrebbe premiato. Uno per tutti, che con grande dispiacere, ci ha lasciati è il dottore Di Donno, che ha dato la vita per combattere questo nemico invisibile e aiutare l’umanità. In Italia abbiamo grandi eccellenze in campo sanitario e della ricerca. Ilaria Capua, una dei virologi più ascoltata, è stata già premiata nelle scorse edizioni».
Qualche novità sul futuro delle “Ragioni della nuova politica”?
«Abbiamo già deliberato, pur non avendolo pubblicizzato, che aldilà del premio che è la punta massima di tutto il lavoro di un anno, la costituzione del club “Colomba della Civiltà”, che ha come obiettivo riunirsi almeno una volta al mese. Sarà composto dai premiati, nonché da rappresentanti delle istituzioni, a seconda delle tematiche che andremo a trattare. Cercheremo di fare in modo che ogni trenta giorni o almeno cinque-sei volte all’anno uno dei nostri autorevoli esperti possa tenere una tavola rotonda con un momento conviviale a seguito».
Perché sono importanti tali dibattiti?
«In questo modo non solo saranno analizzate volta per volta tematiche che spesso non sono trattate come dovrebbero, dando loro il giusto spazio e importanza, ma diamo valore e facciamo conoscere all’esterno l’operato e le capacità di questi grandi professionisti».
In foto: Sara Iannone, Matteo Piantedosi, Salvatore Farina
Chi sarà il primo ospite delle tavole rotonde?
«Ancora non lo abbiamo valutato. Abbiamo, però, dei prelati al nostro interno, a cui daremo il giusto spazio. Fra questi, ad esempio, c’è monsignor Paglia, l’arcivescovo Fabio Fabene e diversi scrittori che hanno pubblicato testi importanti. Non escludiamo neanche un incontro con Fabio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana che potrebbe parlare del credito, della finanza e del mondo legato all’impresa, così come sullo stesso argomento potrebbe relazionare Franco Bernabè».
Quanto la città di Roma crede in tali iniziative?
«La mia città che amo è incredibile e complessa. In questa realtà si muove di tutto e ognuno ha spazio, aspetto per carità anche bello. Stiamo parlando di una capitale molto democratica. Il dare la possibilità a chiunque di esprimersi, però, non significa dimenticare la qualità, ovvero realizzare iniziative che possano dire qualcosa, che abbiamo la capacità di stimolare l’attenzione delle persone, far crescere la cultura e soprattutto in un momento delicato e difficile come quello che stiamo attraversando fare in modo che la gente si riappropri dell’umanità. E’ un momento di ripresa, ma allo stesso tempo di grande crisi».
Considerando le restrizioni legate al Covid non sarebbe utile applicare il principio “meglio pochi, ma buoni”?
«E’ importante lanciare messaggi che diano speranza, che motivino donne e uomini ad andare avanti nonostante le difficoltà, ovvero valorizzare chi infonde fiducia attraverso le azioni. Le persone premiate dalla nostra associazione hanno già detto parole di verità, essendo il riconoscimento ispirato fortemente ai principi cristiani. Da moderata, oggi, mi sento in un certo senso rivoluzionaria. E’ facile parlare di valori, diverso è avere la capacità di trasformarli in concretezza. Chi ha tale capacità è normale che ha già vinto e che merita attenzione da parte di tutti».
Questo, però, non sempre accade…
«Abbiamo personalità eccezionali, basti pensare ad alcuni camici bianchi del Bambin Gesù, di cui si parla poco. Queste eccellenze vanno fatte conoscere perché c’è una disaffezione da parte della gente alle istituzioni. Il dramma attuale è che chi ha distrutto adesso rischia di lasciare un vuoto e questo in un Paese civile non può accadere».
Di Edoardo Sirignano
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