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Immagine del redattoreCarpe Diem Macchioni Communications

Palamara svela il simbolo del suo nuovo partito. Debutta “Oltre il Sistema”

L’ex presidente dell’Anm in campo: «Siamo una forza riformatrice, cancelleremo l’uso politico della giustizia»




L’ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara scende in campo e fonda «Oltre il Sistema», una «proposta per l’Italia dove al tema centrale della giustizia verranno affiancati i temi dell’ambiente, del lavoro, della guerra, dell’economia, della scuola, dall’informazione, delle piccole e medie imprese, della sicurezza, della giustizia sociale». Un programma di governo in vista delle prossime elezioni politiche da condividere senza preclusioni partitiche. «Ho deciso di continuare la mia marcia per la verità e perla democrazia in questo Paese. E invito tutti coloro che condividono questo messaggio a metterci la faccia insieme a me e scendere in campo per far sì che la giustizia sia un tema dirimente è imprescindibile per le elezioni del 2023», afferma Palamara. «Mi rivolgo - prosegue - a tutti, destra, sinistra, centro, astenuti, apolitici: voglio creare una piattaforma iniziale su cui innestare con forza un movimento riformatore nuovo». L’appuntamento per gli Stati Generali è per sabato 23 luglio a Roma all’hotel Baglioni. Il simbolo del movimento: la dea bendata della giustizia con l’Italia sullo sfondo ed il tricolore in basso. «Ho provato sulla mia pelle cosa significhi andare contro un “Sistema” che si regge da anni e determina l’inizio e la fine di un leader politico, la fine ad orologeria di governi eletti dal popolo: io credo che oggi dopo che si è squarciato il velo di ipocrisia che attanaglia da decenni la giustizia, sia giunto il momento di dare un taglio secco col passato e di cancellare per sempre il ricorso strumentale all’uso politico della giustizia», ricorda Palamara, secondo cui «la giustizia deve essere declinata in ogni sua forma a partire dalla giustizia sociale, alla giustizia economica, alla giustizia fra popoli, giustizia nei concorsi (sperando che non siano già coi posti assegnati)».Un compito certamente impegnativo, ma è l'unica strada per fare rinascere l’Italia e «riportarla ad essere fra le prime dieci potenze mondiali».

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