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Paola Donnini: “Sogno che qualcuno mi affidi un programma nazionale solo perché lo merito”

Intervista esclusiva, di Antonello Sette per #SprayNews, a Paola Donnini, giornalista e conduttrice televisiva:

“Il giornalismo è maschio. Molte donne pensano che per arrivare non conti il merito, ma l’approccio giusto”



#PaolaDonnini, lei è il volto della storica emittente regionale #LazioTV, dove conduce “Parole di donna”, in ondata tutti i sabati sera in prima serata. Di che cosa vi occupate?

Di politica e di economia soprattutto. Anche di problematiche legate alle donne, come si evince dal titolo del programma. Con ospiti di prestigio: politici, giornalisti, esperti, opinionisti e protagonisti della società civile. Trattiamo sempre temi di stretta attualità e tutte le settimane battiamo il record degli ascolti.


Torniamo a quando tutto cominciò. Quando ha capito che poteva essere questa la sua vita?

Credo da sempre. Il mestiere di giornalista era una vocazione innata. Come l’acqua che scorreva nelle vene di Afrodite. Mia madre mi racconta che già a dieci anni andavo in giro con un quadernetto, a fianco di mio padre, e intervistavo chiunque mi capitasse a tiro. Poi al liceo ho messo su un giornaletto. Ascoltare la gente, farla parlare e raccontare le loro storie è sempre stata la mia passione.


E poi?

E poi, dopo l’università, ho cominciato a lavorare nella redazione di un giornale locale piemontese. A Torino, la mia città. Come tanti, la mia prima palestra è stata la cronaca nera e giudiziaria. Da lì mi capitò una di quelle occasioni che si devono cogliere al volo. Un editore torinese decise di arruolarmi per un una nuova iniziativa franco-italiana. Si chiamava Glam Magazine. Era stampato in due lingue e era distribuito in Italia, a Parigi e in Costa Azzurra. Due le lingue, due le redazioni. Una a Roma e un’altra a Parigi, di cui sono stata per dodici anni la responsabile. Un magazine che trattava di tutto: politica, economia e cronaca sociale. Nel mezzo di questa fondamentale esperienza, ho frequentato l’Accademia radiotelevisiva di Teo Bellia e uno dei miei grandi maestri è stato l’indimenticabile Fabrizio Frizzi.


Torino, Parigi, poi finalmente Roma…

Arrivo a Roma perché è la citta della politica, da sempre la mia più grande passione. Riesco a convincere la direzione di Glam Magazine ad affidarmi la responsabilità della redazione romana. Da lì alla conduzione televisiva il passo è stato breve e casuale. Un’altra occasione da cogliere al volo. Lazio TV diventa casa mia. E Parole di donna lo spazio che attendevo fin da quando andavo in giro con un quadernetto con mio padre a fianco.


Ho visto alcune puntate del suo programma. Ho alle spalle una lunga carriera come giornalista televisivo, prima in Rai e poi a Mediaset. Per quanto mi riguarda, lei ha un talento evidente, puro e cristallino. Pensi che basti a una donna il talento per sfondare nel giornalismo e in tv?

Noi donne abbiamo ancora un gap da colmare. Il #giornalismo è maschio, il machismo è tuttora molto presente. Il talento per noi donne non basta. Anche se siamo competenti e preparate, la nostra parte è ancora quella di chi deve pretendere di essere ascoltata. E purtroppo non siamo ancora arrivate nella stanza dei bottoni. Ci sono delle eccezioni ovviamente, ma nella stragrande maggioranza dei casi a decidere alla fine è sempre un uomo. Noi possiamo insistere solo se non smettiamo mai di prepararci e di formarci. Si parla tanto dei diritti dalle donne. A me sembra che dobbiamo ancora sgomitare per farli valere. Nessuno ti regala niente. Anche se hai bacheca il Premio del Giornalismo al Festival di Venezia.


Poi ci sono, come si fa a negarlo, le scorciatoie e le carriere sbocciate nello spazio di un mattino…

Lei ha assolutamente ragione. Io mi arrabbio ogni giorno perché ci sono delle persone che sono arrivate…perché sono arrivate. Senza altre motivazioni. La #meritocrazia? Una sconosciuta. Però…


Però…

Non è solo colpa degli uomini. Io voglio essere obiettiva e cercare di capire come stanno le cose . Noto, soprattutto fra le giovani donne, un’aggressività, un modo di comunicare, un approccio, con cui si crede di poter arrivare, tralasciando, come inutili orpelli, la competenza, la formazione e lo studio. Credo sia un cambio di prospettiva molto grave. Questo non giustifica gli uomini che non scelgono sulla base del merito, ma anche noi donne dobbiamo dare il nostro contributo. Di dignità e di serietà. Io dico sempre “schiena dritta e testa alta”. Le donne devono voler arrivare solo percorrendo la strada maestra della passione e della competenza. E non smettere mai di andare avanti nella conoscenza, perché chi si ferma è perduto. Molte donne, invece, si adagiano, proprio perché sono arrivate molto facilmente là dove pensavano di voler arrivare.


Quale è il suo sogno nel cassetto?

La conduzione di un programma su una rete nazionale. Credo di avere tutte le capacità e tutte le competenze necessarie. Spero che, prima o poi, qualcuno se ne accorga lasciando da parte, per una volta, le liste dei raccomandati. Magari scoprirebbe che privilegiando merito e competenza i grandi share non sono un miraggio, ma a portata di mano.


Ci vorrebbe qualche osservatore capace e intellettualmente onesta. Qualcuno che vada finalmente a vedere…

Lei ha inquadrato perfettamente l’ambito delle mie aspettative. Io sono pronta ad accettare qualsiasi sfida. Mi si trova facilmente. Ogni sabato sera, in prima serata, a Parole di donna, su Lazio TV.


di Antonello Sette

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