Si parte da un 36% di gradimento, come testimoniato da un sondaggio dell’Istituto Noto. Naturalmente, non parliamo di voti ma di apprezzamento generico di idee e proposte valoriali. Il Partito Liberale Europeo si è costituito nelle settimane scorse, e sabato scorso si è presentato con una convention a Roma, al Teatro Capranichetta.
#SprayNews ha parlato con il vicepresidente Vincenzo Zoccano. Non vedente e già presidente del Forum Italiano sulla Disabilità, è stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Famiglia e alla Disabilità nel governo Conte Uno.
#VincenzoZoccano, come nasce questa idea di aggregare diverse personalità in questo nuovo soggetto?
Innanzitutto, mi permetta un ringraziamento a due amici che sono l’anima del Ple: il presidente Francesco Patamia e il segretario Marco Montecchi: imprenditori che ci credono, che sono partiti per primi in questo progetto. Il #Ple è un partito, benché ancora extraparlamentare, che punta a una rappresentanza parlamentare. Nasce dall’esigenza di una casa per i liberali, che de facto non esiste più. La “e” di “europeo” fa la differenza. È l’Italia che fa crescere l’Europa, non viceversa. Ma questo accade se l’Italia opera e agisce come Stato fondatore quale è, non come suddito.
Quali ambizioni e obiettivi vi ponete?
Come detto, sia Patamia che Montecchi vengono dal mondo dell’impresa, e l’imprenditore per sua natura è liberale, a favore dei diritti individuali e dell’impresa in generale, compressi dalla pandemia. L’idea di essere liberali ci spinge in maniera quasi naturale – lo hanno detto anche Salvini e Toti nei loro interventi – all’interno del Centrodestra. Ci siamo dati sedici punti programmatici che ritroviamo in quel settore del campo politico. Diritti individuali, famiglia, impresa. E ancora: una riforma seria del fisco e una altrettanto seria della giustizia. E poi welfare e disabilità. Noi siamo contrari all’assistenzialismo e favorevoli all’assistenza e alla promozione sociale, solo poi alla protezione sociale.
Dunque, un orizzonte politico già chiaro?
Certamente. Abbiamo parlato con tutti in questa fase costituente: le nostre idee collimano con obiettivi e valori della coalizione di Centrodestra. Crediamo che la coalizione possa governare a lungo il Paese. Abbiamo grande considerazione del presidente Draghi, quale autorevole esponente in Europa. Ma alla fine dell’emergenza si deve tornare a competere. Il governo ora è atipico, non vediamo l’ora che gli italiani possano tornare a votare.
Come intendete strutturarvi sul territorio?
Tenuto conto dell’arco costituzionale, apriremo una sede in ogni capoluogo di regione. Abbiamo creato al nostro interno delle Commissioni speculari a quelle delle Camere - lavoro, infrastrutture, trasporti, PA -, in modo tale che quando andremo a elaborare una proposta saremo allineati alla macchina dello Stato. A racchiudere tutte le altre è la Commissione sulla disabilità. Ma non saremo il partito dei disabili, bensì il partito con le persone con disabilità.
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